lunedì 31 dicembre 2007

Fioretto per l'anno nuovo

Spero abbiate passato un buon Natale. Il mio è trascorso ottimamente, in compagnia delle persone che più mi sono care.

Anch'io, come la maggior parte dei miei amici bloggers, ho trascurato un po' il blog e i post sono andati rarefacendosi negli ultimi mesi.

Un fioretto per l'anno nuovo? Suonare di più e passare di qui un po' più spesso.

Di nuovo Auguri!

lunedì 24 dicembre 2007

Auguri!

lunedì 19 novembre 2007

Milano, 18 novembre 2007: Porcupine Tree

Il concerto che maggiormente attendevo questa stagione era quello dei Porcupine Tree, attualmente in tour con il loro nuovo album Fear Of A Blank Planet.

Il giorno fatidico era ieri e il luogo l'Alcatraz di Milano.

Arriviamo sul posto attorno alle 20:15 e il gruppo di supporto sta già suonando. Si tratta degli Anathema, gruppo inglese che già in passato aveva aperto per i Porcupine Tree e che, a giudicare da quanto è già pieno il locale, gode di un proprio seguito più che considerevole.

La loro musica non mi dispiace affatto, bella voce, bei suoni e arrangiamenti molto curati. Tuttavia la struttura dei brani piuttosto semplice, fatta di uno o due elementi di base ripetuti per tutta la durata del pezzo, difficilmente me li farebbe apprezzare in ugual misura in un contesto più casalingo.

Durante la loro esibizione gli Anathema annunciano l'imminente uscita di un nuovo album, prodotto da, guarda un po', Steven Wilson, il leader dei Porcupine Tree. Questi è infatti un validissimo produttore, oltre che un ottimo musicista e compositore, cosa che fa di lui un talento musicale veramente notevole.

Usciti di scena gli Anathema, il tempo di preparare il palco e, poco dopo le 21, escono i Porcupine Tree, accolti da un'ovazione del pubblico, che ormai riempie abbondantemente l'Alcatraz (o almeno la parte del locale dedicata al concerto, visto che non è stato utilizzato per intero).

La formazione è la stessa da cinque anni a questa parte: Steven Wilson a voce, chitarra e (occasionalmente) tastiere, Colin Edwin al basso, Gavin Harrison (che dal 2002 ha sostituito Chris Maitland) alla batteria, Richard Barbieri alle tastiere e John Wesley alla chitarra e ai cori (quest'ultimo "membro esterno", presente unicamente dal vivo).

Attaccano con la title track del nuovo album, che verrà eseguito per intero, e continuano senza sosta, fatta salva la breve pausa prima degli irrinunciabili bis, per più di due ore.

Che dire, probabilmente il miglior concerto dei Porcupine Tree al quale abbia assistito finora. I brani proposti spaziano lungo la loro produzione dell'ultimo decennio, partendo dallo splendido Signify del 1996, dal quale sono state proposte Waiting e Dark Matter, per arrivare al recentissimo EP Nil Recurring, contenente i brani esclusi dall'ultimo album e che è possibile acquistare unicamente in occasione dei loro concerti (cosa che ho prontamente fatto).

Il suono, come sempre, è curato nei minimi particolari. La chitarra di Wilson ha qualcosa di magico e quella di Wesley le fa da perfetto complemento nella parti non eseguibili da sole dieci dita, mentre le linee di basso di Edwin sono sempre impeccabili, con quel groove che è parte integrante delle sonorità dei Porcupine Tree.
Il drumming di Harrison è molto energico e, anche se continuo a preferire le finezze di Maitland, si rivela particolarmente adatto alla svolta dura, a tratti decisamente metal, presa dalla band con gli ultimi tre album (peraltro proprio dal suo arrivo, cosa forse non del tutto casuale).
Le tastiere di Barbieri risultano essere il vero tessuto connettivo della band: sono loro a dare quella sensazione di spazialità ai brani, grazie anche all'uso sapiente di sequencing e filtri manipolati in tempo reale, e più di un brano si regge quasi interamente su di esse. Parliamo di un musicista di grande esperienza. Si vede, e si sente.

Da ultimo devo osservare quanto Wilson fosse in serata anche per quel che riguarda la voce. Dopo un inizio forse un po' roco, una volta scaldatosi, ha dato il meglio di sé per tutto il resto del concerto, interpretando i brani in maniera molto espressiva e coinvolgente. La prova vivente che la capacità di interpretazione viene prima della tecnica vocale.

Chi si fosse perso questo splendido concerto non potrà certo mancare la prossima occasione di vedere una band di tale valore.
Specie ora che è stato avvisato.

venerdì 16 novembre 2007

Monaco, 14 novembre 2007: André Nendza Quartet + Paolo Fresu

Mercoledì scorso mi trovavo a Monaco per lavoro e, dovendomi trattenere fino al giorno successivo, ho chiesto ad un collega del posto se vi fosse qualche locale con musica dal vivo in cui valesse la pena trascorrere la serata.

Mi è stato consigliato l'Unterfahrt, jazz club il cui programma prevedeva per la serata un concerto molto interessante: "André Nendza Quartet feat. Paolo Fresu".

Sì, proprio il nostro Paolo Fresu, di cui tanto avevo sentito parlare, ma che ancora non avevo avuto occasione di vedere dal vivo.

Nonostante non fosse più possibile prenotare, con l'incertezza di trovare un tavolo, io e la collega italiana che mi accompagnava abbiamo deciso di fare comunque un tentativo, salvo poi ripiegare su qualche altro locale in zona.

Sarà che siamo arrivati sul posto poco dopo l'apertura, attorno alle otto, sarà che la fortuna aiuta gli audaci, fatto sta che un tavolo c'era.

All'Unterfahrt, volendo, è anche possibile cenare, così abbiamo approfittato dell'anticipo per mettere qualcosa sotto i denti (una zuppa e un'insalata, entrambe molto buone) e ordinare la prima weißbier.

Il concerto inizia poco dopo le nove, dove una breve introduzione di André Nendza, della quale posso riferire poco, visto che con le lezioni di tedesco sono appena agli inizi.

La formazione è la seguente:


Suonano brani originali (o almeno identificati come tali dal mio orecchio poco avvezzo al jazz e a riconoscere gli standard) e fin da subito appare chiaro che ci troviamo di fronte a musicisti di alto livello, con una preparazione e un feeling con lo strumento veramente notevoli.

A colpirmi particolarmente sono stati il contrabbassista e leader del quartetto, André Nendza, la cui mole era paragonabile a quella del suo strumento e grande almeno quanto il suo talento, e il batterista, Christoph Hillmann, in grado di passare con disinvoltura dalla classica tecnica jazz ad un impostazione più moderna fino all'uso delle sole mani, sempre con una disinvoltura e un groove impeccabili.

Paolo Fresu è stato la vera star della serata. La sua tromba ha un qualcosa di arcano, quasi ipnotico. A tratti si ha l'impressione di essere come i topi di fronte al pifferaio magico: incantati.
Durante la serata ha utilizzato alternativamente due strumenti: un tromba "tradizionale", suonata per lo più con la sordina, e un'altra dall'aspetto decisamente più "antico", in ottone brunito e un po' più grande (mi si perdoni la descrizione decisamente da profano), probabilmente il suo strumento abituale.

Circa due ore di musica, con una pausa di mezz'ora, hanno accompagnato la serata, rendendola estremamente piacevole e rallentando le lancette dell'orologio. Alla fine sono rientrato in albergo verso l'una, soddisfatto e un po' allegro (complici le weißbier), con il serio proposito di tornare presto in questo simpatico club, a sentire altra buona musica.

Gute Nacht.

venerdì 9 novembre 2007

Non so recitare, e allora?

Non che nutra particolare simpatia per Barbareschi, ma questa volta lo quoto in pieno.

lunedì 22 ottobre 2007

I casi sono due

O quest'uomo è un genio del marketing oppure è un esempio da imitare.

Per una volta voglio essere ottimista e propenderò per la seconda ipotesi.

mercoledì 10 ottobre 2007

Tubature

Questa settimana sto avendo parecchi problemi con le tubature.

Prima con le tubature del gas, a causa di un lavoro malfatto dall'idraulico, a seguito del quale ce l'hanno chiuso, il gas, e dobbiamo farle rifare, le tubature.

Poi con le mie tubature, quelle di scarico, messe fuori uso da un virus bastardissimo, che da sabato mi obbliga a vivere in simbiosi con il water e a nutrirmi di analgesici.

Ci risentiamo quando finisco la scatola di antibiotici.

giovedì 4 ottobre 2007

Free Burma!


Free Burma!

venerdì 21 settembre 2007

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

Non ci credo, è successo di nuovo.

E dire che si dovrebbe imparare dagli errori passati, specie quando sono così eclatanti.

Ma quando impareranno?

giovedì 20 settembre 2007

Il buono e il cattivo esempio

A proposito delle recenti contestazioni, prontamente etichettate da stampa e politici, con intento più esorcistico che descrittivo, come "antipolitica", quel concentrato di verve del nostro Presidente del Consiglio dei (molti) Ministri ha dichiarato che la società italiana non è meglio della sua classe politica.

In sintesi: non vi lamentate, avete quello che vi meritate.

Ora, a prescindere dalla veridicità dell'affermazione (a mio avviso incontestabile, come dimostra, esempio a caso, l'allucinate diffusione dell'evasione fiscale), un'esponente della classe (o "casta", come viene più propriamente chiamata ultimamente) politica non può e non deve permettersi di proferirla.

Non sono lì solo per rappresentare, per governare, ma dovrebbero anche e soprattutto dare il buon esempio. (Ok, potete smettere di ridere. Per quanto d'obbligo, ho pur sempre usato il condizionale.)

Fare apertamente un'ammissione di questo tipo, da parte di una figura istituzionale così importante, non significa semplicemente aver preso atto del problema, bensì aver implicitamente rinunciato, non dico alla sua soluzione, quanto ad un pur minimo tentativo di cambiamento in positivo.

E questo è un cattivo esempio, se non il peggiore.

mercoledì 5 settembre 2007

Biondillite reprise

Da un mesetto a questa parte, poco prima di partire per le ferie, sono riuscito a riprendere un attività che amo particolarmente e che, ultimamente, avevo ingiustamente trascurato, preso com'ero da beghe di ogni genere: leggere.

Il tomo che ha avuto il merito della rottura del ghiaccio non poteva che essere l'ultimo lavoro dello scrittore del quale, tra le mura domestiche, non sono né l'unico né il maggiore estimatore: Gianni Biondillo.

"Il giovane sbirro" è un insieme di racconti aventi nuovamente come protagonista Michele Ferraro e, come si può desumere dal titolo, ne narra i primi anni in polizia, dall'apprendistato alla prima indagine a fianco dell'ispettore Lanza, dalla nascita della propria famiglia alla sua, inevitabile, distruzione.

Essendo un lettore intermittente (o "da comodino", come ho scritto nel mio profilo su Anobii), la formula del racconto mi è sempre stata particolarmente congeniale: mi consente di aprire e chiudere il libro di frequente, senza dover necessariamente lasciare qualcosa in sospeso.

Pur avendo preferito i romanzi precedenti, ho trovato questi racconti estremamente piacevoli e avvincenti e in questi giorni di vacanza raramente me ne sono separato. Certo, come mi aveva fatto notare il buon Vanamonde, in alcuni casi le idee sono sviluppate in modo forse un po' frettoloso, concludendo rapidamente trame che avrebbero meritato uno sviluppo un po' più approfondito. Ma si tratta di un peccato veniale.

Credo che la formula del romanzo sia semplicemente più congeniale all'autore, oltre che più adatta al suo stile, ma quest'ultimo appare evidente in tutta la sua freschezza e godibilità anche in questa forma narrativa più breve, ottenendo comunque l'effetto di tenere il lettore incollato alle pagine.

Il racconto che ho preferito è il più lungo, inframmezzato agli altri come un collante. In assoluto quello che più mi ha fatto stringere i pugni e scalpitare per la rabbia. Leggetelo e capirete perché.

lunedì 3 settembre 2007

Istruzioni per il culto

"La Chiesa anglicana lancia un libro «Preghiere sul lavoro» che prevede invocazioni specifiche per ogni tipo di attività."

"Nel testo spicca la preghiera del pendolare, per trovare la calma sul treno.

"Una delle più incisive ha il titolo onomatopeico «Brrring, brrring» (due squilli del telefono): «Padre, mentre parlo con questa persona, concedimi un’orecchio gentile e una lingua garbata». La preghiera è corta perché andrebbe recitata prima di alzare la cornetta."

"E per chi fosse confuso c’è anche una sezione in cui viene insegnato come si prega in modo corretto (dalla posizione delle mani in poi)."


Cos'è? La risposta dell'Anglicanesimo al "Buddy Christ"?

giovedì 30 agosto 2007

Sono sbronzo

E felice.

martedì 28 agosto 2007

Back in business

Ormai sono rientrato da quasi una settimana e mi sono, purtroppo, già riabituato ai soliti ritmi cittadini.

A letto tardi, sveglia presto, in piedi mezz'ora dopo, in ufficio in ritardo, la pausa pranzo, l'abbiocco, un po' di recupero per salvare la faccia, a casa un po' prima di cena, un po' di musica, un po' di chitarra, la cena, un po' di musica, un po' di chitarra, il piccì, a letto tardi, sveglia presto, ...

Fortuna che tra poco più di una settimana parto di nuovo.

venerdì 17 agosto 2007

Goodbye Taormina

Il nostro soggiorno a Taormina (a Sant'Alessio Siculo, per la precisione) sta per volgere al termine.

L'albergo è splendido e sicuramente, domani, un po' ci dispiacerà lasciarlo.

Ci mancherà la splendida vista, le super-piscine, la mega-colazione, la stanza accogliente, la tavolata sul mare (con accesso diretto, scavato nella roccia e con tanto di ascensore, degno di un film di James Bond) e le spiagge dei dintorni.

Presto, al nostro ritorno, qui in basso a destra compariranno un po' di foto.

I nostri compagni di relax hanno contribuito a rendere questa settimana veramente speciale.

Ma non è ancora finita. Domani Siracusa.

giovedì 9 agosto 2007

Finalmente vacanze

Finalmente vacanze.

Partiti stamattina in aereo alla volta di Catania, dove siamo arrivati
a metà mattinata.

Il tempo di aspettare un'ora il pullman che passa ogni venti minuti e
siamo arrivati al nostro albergo, in buona posizione centrale.

Il tempo di ricondizionarsi un po' e via per un giretto in città.

Per il pranzo ci siamo fermati in un bar tavola calda all'inizio di
via Etnea, dove abbiamo mangiato arancini, pesce spada, polpo ed altre
squisitezze (debitamente annaffiate da birra fresca), fino a riempirci
la panza.

Ora, dopo un adeguato riposino, usciamo a farci un altro bel giretto.

Domani Taormina.

(Post scritto grazie alla connessione wireless dell'albergo e al mio
splendido palmare)

lunedì 30 luglio 2007

Degna conclusione di indegna vicenda

Alla fine il bronzeo Gustavo Selva, forse stanco per le critiche provenienti dal suo partito, seguite al ritiro delle sue dimissioni, ha fatto ancora una volta la scelta giusta, all'insegna del confronto aperto e dell'assunzione di responsabilità.

Ha traslocato in Forza Italia (dove comportamenti come il suo, oltre che non censurati, evidentemente sono addirittura apprezzati).

Chiunque nutrisse ancora dei dubbi sulla natura posteriore della faccia di costui può ritenerli definitivamente fugati.

venerdì 27 luglio 2007

Il test del cellulare perso

Singolare test dell'onestà nelle città del mondo, sulla base del numero di telefonini smarriti restituiti al proprietario.

Milano si piazza discretamente, con due terzi dei cellulari oggetto del test restituiti: venti su trenta. Pensavo peggio.

Che abbia inconsapevolmente contribuito a quel venti?

giovedì 26 luglio 2007

Follia persecutoria

Ennesimo caso giudiziario riguardante la scuola. In estrema sintesi, questa volta la colpa degli insegnanti (perché sempre loro è la colpa) sarebbe di non essersi accorti che il deficiente di turno molestava una ragazzina, da loro redarguita perché forse troppo poco vestita.

La novità è che questa volta, quanto ad accuse, hanno veramente sbancato: violenza sessuale. Tiè, così impari a fare l'educatore con uno stipendio da fame.

A me questa storia sembra l'ennesima ritorsione delle famiglie, che scaricano sulla scuola la responsabilità dei loro fallimenti, con la magistratura che gli dà corda.

Il caro paparino di turno forse dovrebbe preoccuparsi un po' di più di come manda, non dico in giro, ma almeno a scuola sua figlia, invece di meravigliarsi se poi un bullo brufoloso con gli ormoni in subbuglio si fa attizzare dalla mercanzia, dando la colpa ai professori, che non fanno pattugliamento antipalpeggio.

Si vedono continuamente ragazzine di scuola media andare in giro (s)vestite come delle battone. E non credo che si cambino tutte sull'autobus.

Occorre recuperare il senso della misura e ridare alla scuola il suo compito primario: quello di luogo di istruzione e formazione, e non di rimedio all'incapacità di mamma e papà.

Se questo commento dovesse apparire particolarmente duro e schierato è perché lo è.

venerdì 20 luglio 2007

Musician Jokes

Q: Did you hear about the time the bass player locked his keys in his car?
A: It took over an hour to get the drummer out.

Q: How many singers does it take to change a light bulb?
A: Just one. He grabs the bulb and the world revolves around him.

Q: What's the definition of a half step?
A: Two fretless bassists playing in unison.

Q: What is the difference between a Blues musician and a Jazz musician??
A: A Blues musician plays 3 chords in front of 1000 people. A Jazz musician plays 1000 chords in front of 3 people.

Q: How do you get a guitarist to shut up?
A: Put sheet music in front of him!

mercoledì 18 luglio 2007

Quando la faccia non conta

Gustavo Selva ha ritirato le sue dimissioni da Senatore della Repubblica.

E non si è limitato a questo, ma non ha perso l'occasione, in un delirio autoassolutorio, per lanciarsi in un turbine di giustificazioni sul filo del ridicolo, durato più di mezz'ora e costellato da maldestri tentativi di voltaggio della frittata.

"I cittadini mi invitano a restare". Veramente gli unici inviti che ho sentito erano di tutt'altro indirizzo.

Rivolto ai Senatori: "lo faccio per rispetto vostro". Rispetto? Almeno il buon gusto di evitare le prese per i fondelli.

E qui dà il meglio: "se voi mi assolvete potrebbe sembrare la casta che si autodifende". Certo, molto meglio sottrarsi direttamente al giudizio, dunque.

E poi giù con scuse al limite del patetico: "ho cercato per 30 minuti [...] di far arrivare un taxi", "quelle concitate telefonate mi provocarono delle fibrillazioni cardiache". Come se dal raggiungimento di quello studio televisivo dipendesse la salvezza del genere umano.

A dir poco ridicolo il parallelo tra l'ambulanza di cui avrebbe indebitamente approfittato e quella che trasportò Mussolini, tratto in arresto il 25 luglio del 1943 (forse Vittorio Emanuele III voleva farlo trasportare negli studi della radio?).

Ma il vero motivo del ritiro delle dimissioni viene fuori nell'ultimo commento: "un voto in meno del centrodestra al Senato è un giorno in più per il governo Prodi". In sostanza, si può ben sacrificare la propria faccia (ammesso che ancora se ne possegga una) alla logica di partito.

Non so come giudicate voi un simile comportamento. A me viene in mente una sola parola: comincia per "p" e finisce per un sinonimo di "deretano".

martedì 17 luglio 2007

Bibliomanie

Incuriosito da una segnalazione di UbiMario, ho cominciato anche io a costruire la mia biblioteca virtuale.

Molto probabilmente mi stancherò prima di lui, ma nel frattempo qualcuno dei libri che ho in casa farà capolino nell'apposita nuova sezione, qui in basso a destra.

Chi sa se il buon Vanamonde si farà contagiare. Sicuramente in mezzo alla sua sterminata biblioteca personale si celano molte piacevoli sorprese.

lunedì 16 luglio 2007

Non scrivo più

È più di un mese che non passo da queste parti. Qualcuno degli aficionados più pazienti e perseveranti l'avrà notato.

Non saprei dire come mai. Mancanza di ispirazione? Forse. Nulla da dire? No, direi di no. Pigrizia? Sempre. Rimbecillimento? Probabile (stamattina mi son pure fatto fregare la tessera dal Bancomat).

Verranno tempi migliori. Intanto approfitto di questo post inutile per rompere il silenzio.

giovedì 14 giugno 2007

Finte ritorsioni per finti sgarri

Sensazionale! Il Vaticano taglia i fondi ad Amnesty International in quanto, a suo dire, l'organizzazione non governativa avrebbe assunto posizioni abortiste.

Il taglio è drastico e consiste nella cancellazione della totalità delle elargizioni a favore dell'associazione umanitaria.

Dunque... vediamo.... quanto fa il 100% di zero?

Va bene essere reazionari e medievalisti, ma sarebbe il caso di evitare di coprirsi di ridicolo.

mercoledì 6 giugno 2007

Gods of Metal 2007 (seconda parte)

Blind Guardian

Non sono un profondo conoscitore di questa band power metal tedesca, ma l'unico loro album che posseggo, Nightfall in Middle-Earth (ispirato al Silmarillion di J.R.R. Tolkien), non mi era dispiaciuto affatto.
Le uniche critiche che potrei fargli sono la qualità non proprio eccelsa del cantante, Hansi Kürsch, e la tendenza alla pallosità dopo un ascolto prolungato.

Blind GuardianDirei che entrambi i punti deboli sono stati confermati dalla loro esibizione live: Kürsch sugli acuti proprio non si può ascoltare (sembra che lo stiano strozzando) e i pezzi, per quanto gradevoli e ben suonati, dopo i primi trenta minuti cominciano a stufare.
Nel complesso è stato uno spettacolo comunque più che gradevole. Mi è piaciuto particolarmente il modo di suonare del chitarrista solista, André Olbrich, lontano dai funambolismi a cui ci hanno abituati certi smanettoni contemporanei, ma sempre preciso ed efficace. Un bel fraseggio senza inutili tecnicismi.

Terminato anche questo concerto, comincia l'attesa per uno dei main act della giornata.

Dream Theater

Che i Dream Theater fossero uno dei gruppi più attesi si sapeva, ma sinceramente non mi sarei aspettato una tale folla. Molta gente era venuta apposta per loro, pare, e a pochi minuti dall'inizio lo spazio antistante il palco si era talmente riempito da rendere assai difficile muoversi.

Il concerto inizia con l'intro, registrata, di Pull Me Under e subito parte l'ovazione del pubblico. La band attacca con l'ingresso della chitarra distorta ed esegue l'intero brano con la consueta maestria. Pubblico in delirio. Il vocalist James LaBrie ringrazia ed annuncia che, per celebrare l'imminente quindicesimo anniversario del loro album più famoso ed acclamato, Images and Words, lo eseguiranno per intero. Scatta l'euforia collettiva.
Io stesso devo dire di aver accolto la notizia con notevole entusiasmo. Adoro quell'album ed alcuni dei brani che lo compongono non li avevo mai sentiti dal vivo.

Dream TheaterSi prosegue dunque con Another Day, Take the Time, Surrounded (riarrangiata inserendo un estratto da Sugar Mice dei Marillion), Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper, Under a Glass Moon, Wait for Sleep, e Learning to Live, come da track list dell'album.
Come bis, per non scontentare gli appassionati del metallo più pesante, Home (tratta dall'album Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory) e As I Am (tratta da Train of Thought).

Nel complesso un'ottima prova, con un LaBrie abbastanza in forma, che non sfigura alle prese con brani di difficile esecuzione (che per un certo periodo gli avevano creato non pochi problemi dal vivo) ed un Myung forse un po' stanco (qualche errorino da parte sua, cosa piuttosto rara), ma dal gran suono.
Portnoy ha tirato qualche stecca, ma nel complesso si è comportato bene (però, per pietà, non fatelo cantare più! vi prego!), evitando di peccare eccessivamente di overplaying, e Rudess, che non amo particolarmente, è riuscito a non rovinare i pezzi con i soliti suonacci da fantascienza e i suoi inutili frullati di tasti.
Petrucci di un altro pianeta, come al solito, tra l'altro fotografatissimo e filmatissimo dai giovani appassionati delle sei corde presenti.

Un concerto da ricordare.

Heaven and Hell

Alcuni credo non lo sapessero (io stesso l'ho capito dopo aver deciso di andare al concerto), ma gli Heaven and Hell altro non sono che la seconda incarnazione dei Black Sabbath, quella degli album Heaven and Hell (appunto), The Mob Rules e Dehumanizer, con Tony Iommi alla chitarra, Geezer Butler al basso, Vinny Appice alla batteria (subentrato a Bill Ward dopo la registrazione di Heaven and Hell) ed il mitico Ronnie James Dio alla voce.

La preparazione della scenografia è stata laboriosa ed ha richiesto un po' più della mezz'ora prevista. Atmosfera abbastanza cimiteriale, con le casse di basso e chitarra, rispettivamente sulla sinistra e sulla destra del palco, collocate dietro puntuti cancelletti di metallo, un fondale in stile antico maniero e tre schermi sospesi, sui quali proiettare immagini, che a me sembravano rappresentare altrettante finestre dell'edificio retrostante, ma in cui altri hanno identificato delle lapidi.
Di certo di grande effetto.

Heaven & HellI quattro si sono dimostrati in grande forma, presentando unicamente brani tratti dai suddetti tre album ed offrendo uno spettacolo di notevole effetto, sia dal punto di vista sonoro che visivo.
Iommi roccioso come sempre e in questa occasione particolarmente preciso ed efficace. Appice potente ed energico, sia nei brani che nel lungo assolo di batteria centrale.
Butler compassato ma sempre presente a sostenere i pilastri ritmici della band.
Ma il vero protagonista è stato lui: Ronnie James Dio. Questo intramontabile sessantaseienne ha dimostrato di avere ancora energia da vendere, non solo dal punto di vista vocale, ed una statura sempre ben superiore a quella fisica. Non una stecca, non una sbavatura, ha accompagnato il pubblico attraverso l'intera esibizione con quel suo fare da gentleman del metal, al tempo stesso autorevole e cortese.

Una grande esibizione che, assieme alla precedente, bastava a giustificare il prezzo del biglietto. Certamente una degna conclusione per una bella maratona musicale.

lunedì 4 giugno 2007

Gods of Metal 2007 (prima parte)

Ieri mi sono uno tolto uno sfizio. Ho fatto qualcosa che non avevo mai fatto, neanche ai tempi del liceo. Sono andato ad un festival metal.

La seconda giornata del Gods of Metal 2007, all'Idroscalo di Milano, era troppo ghiotta per resistere alla tentazione.
Sono anche riuscito a convincere la dolce metà a venire con me (non è che abbia dovuto faticare in verità).
La scaletta della giornata era la seguente:

10.30 - 11.00   SINESTESIA
11.30 - 12.00 DGM
12.30 - 13.05 ANATHEMA
13.30 - 14.20 SYMPHONY X
14.45 - 15.35 DARK TRANQUILLITY
16.00 - 17.00 DIMMU BORGIR
17.30 - 18.50 BLIND GUARDIAN
19.20 - 20.50 DREAM THEATER
21.30 - 23.30 HEAVEN & HELL

Tralasciando i gruppi del mattino, abbiamo deciso di organizzarci per essere sul posto entro le 13:30, attrezzati per un pranzo al sacco.
Usciamo poco dopo mezzogiorno e mezzo e, dopo una breve sosta al supermercato per l'acquisto di pane e companatico, partiamo alla volta dell'Idroscalo.
Parcheggiamo nel primo posto utile (tristemente a pagamento, ma custodito) e costeggiamo a piedi l'Idroscalo fino all'ingresso dell'IdroPark, in prossimità del quale si tiene il festival.
Versiamo l'obolo alle casse (55 euro a cranio) e siamo dentro.

Le piogge del giorno prima hanno lasciato il segno e la quasi totalità dello spazio ospitante la manifestazione consiste in una palude fangosa, costellata di pozzanghere.
Cercando di non affondare nelle sabbie mobili, ci facciamo largo fino alla zona prospicente il palco principale, che è a dir poco enorme.
Il tempo di trovare un fazzoletto di fango un po' più solido e la musica (ri)comincia.

Symphony X

È solo per questo gruppo che ho deciso di muovermi presto, altrimenti sarei arrivato con comodo a metà pomeriggio, perciò avevo delle discrete aspettative.
Deluse.
Questo quintetto dedito al progressive metal ultratecnico, capeggiato dal chitarrista Michael Romeo e dal frontman Russel Allen, è stato fortemente penalizzato da un lavoro dei fonici a dir poco pietoso.
Symphony XL'acustica era pessima: suono di chitarra abominevole, totalmente "inscatolato", sbilanciato sulle basse ed inutilmente alto (e qui nessuno mi leva dalla testa che parte della colpa sia da imputare all'amplificazione digitale in emulazione che il buon Michael si ostina ad utilizzare), voce troppo "dietro" rispetto al mix, tastiere inudibili, basso eccessivamente saturo, batteria appena passabile.
Un vero disastro. Si percepiva un unico rimbombo di frequenze basse e anche i pezzi a me noti erano a malapena riconoscibili.
La band ha anche presentato un paio di brani tratti dal loro nuovo lavoro, Paradise Lost, di imminente uscita, sui quali non posso fare commenti, vista la situazione di ascolto proibitiva.
Un inizio decisamente non buono.

Finito lo strazio andiamo in cerca di un posticino dove sederci per mangiare i panini. Alla destra del palco principale c'è un altro piccolo palco, dove band minori si esibiscono nella mezz'ora di pausa tra un concerto e l'altro. Nulla di ascoltabile sembra provenire da quella parte, dunque ci avviamo verso uno spiazzo asfaltato poco distante e, trovata una seduta di fortuna in prossimità della recinzione, consumiamo dell'ottimo pane farcito di Emmentaler (qualcuno mi spieghi perché non si chiama più Emmental e se ci vuole o meno la "H") e prosciutto crudo.

Nel frattempo comincia a suonare il gruppo successivo.

Dark Tranquillity

Non conoscevo i Dark Tranquillity e, quando hanno iniziato a suonare, non mi sono subito avvicinato al palco. Dopo un paio di pezzi devo dire che mi hanno incuriosito, cosicché ho riguadagnato la mia posizione. Musicalmente non mi sono dispiaciuti affatto, anche se non amo quel modo di cantare (credo sia definito growl).
Dark TranquillityQuesta band death metal svedese di sei elementi tiene il palco egregiamente, con chitarre taglienti e precise, stemperate da piacevoli tessuti melodici di tastiere.
La resa acustica, decisamente buona, ha fugato ogni dubbio sulla bontà dell'impianto, confermando l'incapacità dei fonici con la band precedente.

Dimmu Borgir

Sui Dimmu Borgir non posso dire molto, dato che abbiamo passato la quasi totalità della loro esibizione all'esterno dell'area della manifestazione, passeggiando sul vialetto dell'IdroPark e abbioccandoci brevemente su una panchina.
Dimmu BorgirL'unico commento che posso fare è che sono veramente cattivi, molto cattivi, troppo cattivi, almeno per i miei gusti, a cominciare dall'aspetto. Facce coperte di cerone, trucco satanico, sguardo feroce e cantante con voce demoniaca (anche quando parla tra un pezzo e l'altro).
Probabilmente è proprio il black metal che non fa per me e questa band norvegese è uno degli esponenti di punta di questo genere.

Trascorsa un'altra mezz'ora di pausa, della quale approfittiamo per riposare le chiappe, ci prepariamo per un altro dei gruppi per me interessanti.

Continua...

lunedì 21 maggio 2007

20 maggio in musica

Ieri, 20 maggio, abbiamo tenuto un concerto. L'anno scorso, il 20 maggio, abbiamo tenuto un concerto. Singolare coincidenza, almeno per chi, come noi, non si esibisce dal vivo con particolare frequenza.

Certo, allora era il Belgio, oggi Baggio (poche lettere e un migliaio di chilometri di differenza), ma non ci si può certo lamentare, specie in questi tempi di magra.

Il concerto è andato bene. Abbiamo proposto quattro brani del nuovo album, che si spera inizieremo a registrare subito dopo l'estate, e il riscontro di pubblico mi è parso più che confortante.

Anche alcuni tra gli habitué dei nostri concerti (tra cui lo stimato Vanamonde), i cui giudizi mi stavano particolarmente a cuore, hanno dimostrato di gradire il nuovo materiale.

Se è vero che il buon giorno si vede dal mattino, direi che ci sono tutti gli elementi per un album riuscito. O almeno di cui essere soddisfatti.

venerdì 18 maggio 2007

Waiting for Sicko

Ricevo dalla mailing list di Michael Moore e volentieri diffondo.

"Sicko" Is Completed and We're Off to Cannes!

May 17, 2007

Friends,

It's a wrap! My new film, "Sicko," is all done and will have its world premiere this Saturday night at the Cannes Film Festival. As with "Bowling for Columbine" and "Fahrenheit 9/11," we are honored to have been chosen by this prestigious festival to screen our work there.

My intention was to keep "Sicko" under wraps and show it to virtually no one before its premiere in Cannes. That is what I have done and, as you may have noticed if you are a recipient of my infrequent Internet letters, I have been very silent about what I've been up to. In part, that's because I was working very hard to complete the film. But my silence was also because I knew that the health care industry -- an industry which makes up more than 15 percent of our GDP -- was not going to like much of what they were going to see in this movie and I thought it best not to upset them any sooner than need be.

Well, going quietly to Cannes, I guess, was not to be. For some strange reason, on May 2nd the Bush administration initiated an action against me over how I obtained some of the content they believe is in my film. As none of them have actually seen the film (or so I hope!), they decided, unlike with "Fahrenheit 9/11," not to wait until the film was out of the gate and too far down the road to begin their attack.

Bush's Treasury Secretary, Henry Paulson, launched an investigation of a trip I took to Cuba to film scenes for the movie. These scenes involve a group of 9/11 rescue workers who are suffering from illnesses obtained from working down at Ground Zero. They have received little or no help with their health care from the government. I do not want to give away what actually happens in the movie because I don't want to spoil it for you (although I'm sure you'll hear much about it after it unspools Saturday). Plus, our lawyers have advised me to say little at this point, as the film goes somewhere far scarier than "Cuba." Rest assured of one thing: no laws were broken. All I've done is violate the modern-day rule of journalism that says, "ask no questions of those in power or your luncheon privileges will be revoked."

This preemptive action taken by the Bush administration on the eve of the "Sicko" premiere in Cannes led our attorneys to fear for the safety of our film, noting that Secretary Paulson may try to claim that the content of the movie was obtained through a violation of the trade embargo that our country has against Cuba and the travel laws that prohibit average citizens of our free country from traveling to Cuba. (The law does not prohibit anyone from exercising their first amendment right of a free press and documentaries are protected works of journalism.)

I was floored when our lawyers told me this. "Are you saying they might actually confiscate our movie?" "Yes," was the answer. "These days, anything is possible. Even if there is just a 20 percent chance the government would seize our movie before Cannes, does anyone want to take that risk?"

Certainly not. So there we were last week, spiriting a duplicate master negative out of the country just so no one from the government would take it from us. (Seriously, I can't believe I just typed those words! Did I mention that I'm an American, and this is America and NO ONE should ever have to say they had to do such a thing?)

I mean, folks, I have just about had it. Investigating ME because I'm trying to help some 9/11 rescue workers our government has abandoned? Once again, up is down and black is white. There are only two people in need of an investigation and a trial, and the desire for this across America is so widespread you don't even need to see the one's smirk or hear the other's sneer to know who I am talking about.

But no, I'm the one who now has to hire lawyers and sneak my documentary out of the country just so people can see a friggin' movie. I mean, it's just a movie! What on earth could I have placed on celluloid that would require such a nonsensical action against me?

Ok. Scratch that.

Well, I'm on my way to Cannes right now, a copy of the movie in my bag. Don't feel too bad for me, I'll be in the south of France for a week! But then it's back to the U.S. for a number of premieres and benefits and then, finally, a chance for all of you to see this film that I have made. Circle June 29th on your calendar because that's when it opens in theaters everywhere across the country and Canada (for the rest of the world, it opens in the fall).

I can't wait for you to see it.

Yours,

Michael Moore

P.S. I will write more about what happens from Cannes. Stay tuned on my website, MichaelMoore.com.

lunedì 14 maggio 2007

Il giorno della famiglia

Anzitutto chiedo scusa se rinuncio alla tanto in voga esterofilia nel nominare l'evento dello scorso 12 maggio.

In verità sono un po' stanco e non ho una gran voglia di commentare. In ufficio hanno acceso l'aria condizionata e non vedo l'ora di andarmene a casa, cercando di evitare (o rimandare) la quasi inevitabile sinusite estiva.

Fortunatamente c'è questo articolo che sintetizza perfettamente il mio pensiero sulla questione.

martedì 8 maggio 2007

Ipocrisie primaverili

A una settimana esatta dal concerto del Primo Maggio credo di poter finalmente fare un commento a freddo sulle sterili polemiche che ne sono seguite, senza correre rischio alcuno di alimentarle o dar loro più importanza di quanto non meritino.

Si è tanto parlato delle battute fatte da Andrea Rivera sul Vaticano e sulla Chiesa Cattolica, dimenticando che, appunto, di battute si trattava, di satira. A quanto pare l'insofferenza della politica e delle lobby (religiose e non) verso questa forma di comicità non è cambiata col governo.

Ho sentito giudizi gravissimi, dall'autoridicolizzante accusa di "terrorismo" lanciata dall'Osservatore Romano al blando "scriteriato" del Presidente del Consiglio, ma quello che nessuno ha evidenziato a sufficienza, neanche i Radicali che subito si sono schierati a difesa di Rivera, è che quanto espresso con quelle battute aveva una caratteristica fondamentale: era tremendamente vero, innegabile.

Sinceramente mi sarei aspettato ben altra indignazione.

E invece no: tutti a correre a dissociarsi, sindacati e organizzatori in testa. Evidentemente siamo di fronte all'ennesima ipocrisia di un paese in cui anche i vetero comunisti ormai votano per i democristiani.

Signori miei, il re è nudo e non è additando il buffone che ha il coraggio di ammetterlo che gli rimetterete i vestiti.

Per l'ennesima volta, vi supplico, recuperiamo uno straccio di laicità.

giovedì 3 maggio 2007

Il vaso si è rotto

Oggi ho ricevuto la seguente e-mail dal supporto di Pandora.

Dear Pandora listener,

Today we have some extremely disappointing news to share with you. Due to international licensing constraints, we are deeply, deeply sorry to say that we must begin proactively preventing access to Pandora's streaming service for most countries outside of the U.S.

It is difficult to convey just how disappointing this is for us. Our vision remains to eventually make Pandora a truly global service, but for the time being, we can no longer continue as we have been. As a small company, the best chance we have of realizing our dream of Pandora all around the world is to grow as the licensing landscape allows.

Based on your email address, we believe you may be listening from a country outside the U.S. If you are in fact listening from the U.S., please disregard this email.

Delivery of Pandora is based on proper licensing from the people who created the music - we have always believed in honoring the guidelines as determined by legislators and regulators, artists and songwriters, and the labels and publishers they work with. In the U.S. there is a federal statute that provides this license for all the music streamed on Pandora. Unfortunately, there is no equivalent license outside the U.S. and there is no global licensing organization to enable us to legitimately offer Pandora around the world. Other than in the U.K., we have not yet been able to make significant progress in our efforts to obtain a sufficient number of international licenses at terms that would enable us to run a viable business. The volume of listening on Pandora makes it a very expensive service to run. Streaming costs are very high, and since our inception, we have been making publishing and performance royalty payments for every song we play.

Until now, we have not been able to tell where a listener is based, relying only on zip code information provided upon registration. We are now able to recognize a listener's country of origin based on the IP address from which they are accessing the service. Consequently, on May 3rd, we will begin blocking access to Pandora to listeners from your country. We are very sad to have to do this, but there is no other alternative.

We will be posting updates on our blog regarding our ongoing effort to launch in other countries, so please stay in touch. We will keep a record of your existing stations and bookmarked artists and songs, so that when we are able to launch in your country, they will be waiting for you. We deeply share your sense of disappointment and greatly appreciate your understanding.

È finita la pacchia.

giovedì 26 aprile 2007

Brevi considerazioni sul traffico

Nelle ultime due settimane, avendo dormito fuori casa a causa dei lavori di cui ben sapete, mi son trovato ad andare al lavoro seguendo un itinerario diverso dal solito, che comprende nella loro interezza viale Corsica, corso XXII Marzo, e corso di Porta Vittoria.

Spesso mi sono trovato ad osservare, dal mezzo pubblico su cui mi trovavo, lo scorrere dei veicoli su queste importanti direttrici del traffico cittadino, osservandone le caratteristiche.

Anzitutto ho notato una grande abbondanza di grandi berline con autista e passeggero dietro, il più delle volte intento a smanettare con un Blackberry. Probabilmente il flusso di "pezzi grossi" è generato dalla vicinanza dell'aeroporto di Linate.

Poi un bel po' di furgoni e furgoncini, per lo più di ditte dell'hinterland milanese. E qui l'origine è con ogni probabilità lo svincolo Forlanini della tangenziale est.

Infine, escludendo moto e motorini vari, quasi tutto il traffico rimanente è costituito da auto con a bordo il solo conducente. Praticamente quattro vetture su cinque hanno un solo occupante. Preoccupante.

Chi sa quanto beneficio si avrebbe se si riuscisse ad introdurre con successo il car pooling...

Secondo me parecchio.

mercoledì 18 aprile 2007

Mangino brioches

Secondo Michela Vittoria Brambilla, ormai quasi ospite fissa della trasmissione di Rai3 "Ballarò", pagare le tasse sarebbe una questione di "solidarietà verso i meno abbienti". Perciò, sempre secondo l'educatissima Presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, nonché Presidente dei Circoli della Libertà, nonché pupilla del Cavaliere, nonché Paladina dei Giovani Rampolli di Successo, "finché si chiede il 33% va bene, ma il 45% è decisamente troppo".

Beh, certo, dare "in beneficenza" una sì gran parte dei propri introiti è decisamente eccessivo, anche per il più munifico dei mecenati.

Visto che ci siamo, se di elemosina si tratta, perché non renderla facoltativa?

martedì 10 aprile 2007

Si ricomincia

Dopo la pausa pasquale, conclusa ieri con una gitarella in quel di Desenzano del Garda, oggi riprende la routine lavorativa e con essa riprendono i lavori in casa.

Il nuovo impianto elettrico è collegato e funzionante (sia pur con qualche ritocchino da fare) da più di una settimana, ma ci siamo trasferiti da Efisia prima che potessi effettuare il promesso post alimentato dai nuovi fili.

A questo punto provvederò quando rientreremo in casa, cosa che non credo accadrà troppo rapidamente.

I lavori di idraulica sono terminati e quelli di imbiancatura e verniciatura lo saranno entro la fine della settimana, ma il rientro prevede anche pulizia e risistemazione totali, perciò penso che lo affronteremo nel modo più graduale possibile.

E poi a pensione non si sta affatto male. Ci si sveglia con la colazione pronta e la sera, tornanti dal lavoro, è già tutto pronto per la cena. Per non parlare delle camice che si stirano da sole.

Comincio a capire perché molti trentenni non vogliono andar via di casa.

lunedì 2 aprile 2007

Topolino diventa cattivo

Era ora.

Da buono mi è sempre stato sulle balle, magari da cattivo riesce a starmi simpatico.

venerdì 30 marzo 2007

Lavori in corso (aggiornamento)

A causa di una serie di intoppi di varia natura (di cui i più importanti nella forma di grossi parallelepipedi di cemento armato) ci è voluto più del previsto, ma l'impianto elettrico è quasi finito.

Se tutto va bene domattina si stacca il vecchio impianto e si collega il nuovo, domenica sera si trasloca e lunedì si parte con l'imbiancatura e tutto il resto.

Con ogni probabilità il prossimo post sarà scritto grazie alla corrente elettrica fornita da un terzetto di fili da 2,5 mm nuovi di zecca.

mercoledì 28 marzo 2007

Non è un clone

È anche peggio dell'originale.

Voti strumentali

Nel centrodestra si fa tutto questo gran parlare sul fatto che l'UDC abbia o meno favorito il governo approvando al Senato il rifinanziamento delle missioni all'estero, ma si dimentica (scientemente e con dolo) un punto fondamentale.

La cosa veramente scandalosa di tutta questa faccenda è che fa passare totalmente in secondo piano l'oggetto del voto, a prescindere da come la si pensi a riguardo.

Tutto si riduce a far cadere o meno il Governo e la materia del contendere risulta del tutto ininfluente, trasformando il voto in una farsa strumentale.

Quanto alla questione dei senatori a vita, anche questa è una polemica totalmente faziosa e fasulla. Primo: l'istituto dei senatori a vita è previsto dalla Costituzione ed è risibile che lo si critichi o meno a seconda del voto che questi esprimono; secondo: non è scritto da nessuna parte che una maggioranza debba reggersi unicamente sulle proprie forze e debba sempre votare compatta e bulgara a favore del Governo, a prescindere, ancora una volta, dall'oggetto della discussione.

Tanto più che l'attuale situazione al Senato è frutto di una orribile legge elettorale, confezionata dal centrodestra proprio a questo scopo. Criticarne oggi i frutti con sì tanta veemenza è espressione di un'ipocrisia senza confini.

Il Governo deve avere la maggioranza in Parlamento, non importa da quale parte venga il consenso. Può piacere o meno, ma è così che funziona.

Da ultimo, asserire che questa maggioranza debba essere espressa unicamente da coloro che sono stati eletti è veramente la critica più ridicola di tutte: ad oggi, in Parlamento, di scelto da noi non c'è proprio nessuno.

martedì 27 marzo 2007

Alla faccia della sicurezza

Una serie di incidenti. Uno dopo l'altro. Motociclisti che finiscono a terra per l'asfalto scivoloso. Motivo? La cera lasciata dalle fiaccole utilizzate dai manifestanti che lunedì sera sono scesi in piazza a Milano a favore della sicurezza.

Mi dispiace per i motociclisti che son caduti, ma la cosa ha veramente del tragicomico.

lunedì 26 marzo 2007

Il clone

Dopo fiumi di parole spesi contro la fecondazione in vitro e le manipolazioni genetiche, scopriamo che a capo della CEI è stato messo un clone di Ruini.

Non c'è più religione.

giovedì 15 marzo 2007

Milano, 14 marzo 2007: Andy Timmons Band

Vi avevo raccomandato di andare a vederlo. Non siete potuti venire? In tal caso vi siete persi uno dei più bei concerti degli ultimi tempi, almeno per gli amanti del rock "chitarroso". Io e la dolce metà non potevamo mancare.

Arriviamo sul posto alle nove e le porte sono ancora chiuse. Ad attendere l'apertura non siamo in molti, qualche decina di persone in tutto. È certo che, com'era prevedibile, non si registrerà il tutto esaurito.

Dopo qualche minuto Andy esce dalla porta principale, accolto da un applauso, con la chitarra in spalla e trascinando un trolley. Per un attimo temiamo che debba dirci che il concerto non si fa più, invece sta solo andando a mangiare qualcosa.

Guardandomi intorno scorgo tra la gente un volto noto. È Franco, vecchia conoscenza e un tempo nostro personale spacciatore di musica strumentale. Lo raggiungo e facciamo due chiacchiere, ingannando piacevolmente l'attesa.

Finalmente aprono le porte ed entriamo nel locale. Paghiamo il dovuto (15 euro), ritiriamo il biglietto (nella inusuale forma di un timbro sulla mano, mah...) e siamo nella sala.

Il palco è pronto. In prima fila fanno bella mostra di sé le chitarre Molinelli e l'amplificatore Cicogniani Imperium di Tony De Gruttola, muscoloso chitarrista dell'omonima band di supporto.

Scambiamo qualche altra chiacchiera con Franco e, arrivate le dieci, il concerto inizia. Tony De Gruttola propone un misto di brani originali, tratti dal suo album "03", e cover di chitarristi famosi dalle dita veloci, tra cui Joe Satriani e Greg Howe.

La band è composta da quattro elementi: chitarra, basso, batteria e tastiere. Niente voce, tutto strumentale. Una quarantina di minuti di esibizione in tutto, complessivamente piacevoli, ma viziati da un utilizzo eccessivo di tecnica chitarristica, che a tratti pare inappropriato e poco musicale (quello che solitamente in gergo si definisce "sboronaggio").

Ancora una quindicina di minuti di attesa e alle undici la Andy Timmons Band sale finalmente sul palco. Si tratta di un power trio, con Andy Timmons alla chitarra, Mike Daane al basso e Mitch Marine alla batteria.

[Gear maniac mode on]
Andy ha un setup semplice ed efficace: due testate Mesa Boogie, una Stiletto e una Lonestar, che usa alternativamente grazie ad un GCX Audio Switcher della Voodoo Lab (già Digital Music Corporation) con relativa pedaliera Ground Control Pro, un TC Electronic G-Force per i ritardi e due casse Mesa Boogie Rectifier 4x12 con coni Celestion Vintage 30, più un paio di pedali, tra cui un wah-wah della Dunlop. Imbraccia la sua prima chitarra, una Ibanez AT-100, creata apposta per lui dalla casa giapponese ed oggi sostituita dalla AT-300.
[Gear maniac mode off]

Attaccano il primo pezzo e l'impatto è esplosivo. Il sound è compatto ed incisivo, con la chitarra di Andy che si amalgama perfettamente con le linee di basso di Mike, il tutto supportato dal drumming energico e preciso di Mitch.

La chitarra la fa ovviamente da padrona, ma Andy ha uno stile, pur tecnicamente formidabile, che è lontano anni luce dal tipico shredding tutto note e poco cuore. Al contrario il suo modo di suonare è estremamente espressivo, ritmico e melodico allo stesso tempo. Anche quando si cimenta alla voce, con risultati più che buoni, dimostra di mantenere sempre l'attenzione al brano, alla musica, più che al suo strumento.

Quando suona sembra quasi che ti stia parlando, che ti stia raccontando una storia, una poesia rock. Ogni vibrato è un verso, ogni bending un richiamo, ogni prodezza tecnica semplicemente una licenza poetica.

Durante alcuni dei brani più melodici e trascinanti mi sono anche emozionato, cosa che accade assai raramente quando si assiste ad un concerto e che, quando accade, è una sensazione bellissima.

È meglio che mi fermi qui, prima eccedere con la retorica. La prossima volta che questo favoloso musicista tornerà ad esibirsi dalle nostre parti sarò certamente in prima fila.

E spero anche voi.

mercoledì 14 marzo 2007

Andy Timmons Band a Milano

Stasera al Transilvania Live di via Paravia 59 a Milano, concerto della Andy Timmons Band.

Andateci. Non dico altro.

martedì 13 marzo 2007

Lavori in corso

I lavori sono iniziati da una settimana e la casa è ormai un cantiere a tutti gli effetti.

Tutti i mobili sono stati scostati dai muri e il rumore del trapano e del martello echeggia dalle nove del mattino alle cinque di pomeriggio.

Ci vorranno almeno un'altra decina di giorni prima che l'impianto elettrico sia ultimato. Poi, finalmente, smetterò di sentire la radio ogni volta che accendo un amplificatore.

martedì 6 marzo 2007

Il dato è tratto /5 - Il giorno più lungo

Il week end scorso è stato decisamente il più duro. Questa volta il nemico era un osso particolarmente duro, l'ostacolo più ostico da superare, al pari del mostro finale in un videogioco, della finale in un mondiale di calcio, del dolce in un pranzo di nozze: la libreria.

(Immaginare musichina di sottofondo tetra e foriera di sventure.)

Il sabato è iniziato tardi. La sera prima avevo un concerto qui (andato molto bene, grazie) e siamo rientrati oltre le tre di notte, così ci siamo alzati con molto comodo.

Verso mezzogiorno sono andato a (ri)portare la macchina dal meccanico, il cui fanalino posteriore sinistro ha avuto un incontro ravvicinato con un palo e la cui ruota anteriore destra continua ad emettere rumori sinistri (o è la sinistra che emette rumori destri? boh).

Al ritorno giusto il tempo di sistemare un po' e mangiare qualcosa e sono dovuto uscire per recarmi, in mezzi, al quinto appuntamento col ciclo di seminari di chitarra che sto frequentando dallo scorso autunno, lasciando alla dolce metà l'arduo compito di proseguire la battaglia.

Sono tornato poco dopo le sei e mezza, giusto in tempo dare un po' d'aiuto, fino all'ora di cena.

Verso le undici meno un quarto sono uscito, sempre in mezzi, per andare al mago, dove ho trascorso piacevolmente la serata con Wego, Ale, il Burga, Andy, Cris, Rusty e tutti gli altri. Fortunatamente al ritorno mi ha dato un passaggio il buon Wego, risparmiandomi la spedizione col tram.

E fin qui il sabato.

La domenica è stata il giorno della conquista della libreria. Il giorno più lungo.
Il nemico ha resistito sino all'ultimo, scagliandoci contro interi plotoni di acari e polvere, ma abbiamo resistito con coraggio, lottando impavidi, l'aspirapolvere sempre al nostro fianco, fino a quando non l'abbiamo confinato nella sua prigione di cartone.

Nonostante il fazzoletto legato su naso e bocca, stile bandito del far west, la mia maledetta allergia ne ha risentito non poco e, a distanza di due giorni, le mie vie respiratorie sono ancora molto provate, con tosse e naso liquefatto.

Tuttavia ne è valsa la pena e oggi, finalmente, sono iniziati i lavori.

Tra qualche giorno avremo un impianto elettrico nuovo.

giovedì 1 marzo 2007

Milano, 25 febbraio 2007: Blackfield

Domenica 25 febbraio, alla discoteca Alcatraz di Milano, si è tenuto un concerto dei Blackfield, duo che nasce dalla collaborazione tra l'eclettico leader dei Porcupine Tree, Steven Wilson, ed un cantante israeliano di nome Aviv Geffen, sconosciuto dalle nostre parti, ma a quanto pare popolarissimo dalle sue.

Volevo farne una rapida pseudo-recensione, ma il buon Vanamonde ne ha già scritta una molto esaustiva, alla quale rimando volentieri.

Il concerto in questione, giunto al termine di un fine settimana piuttosto pesante, ha avuto su di me un effetto particolarmente benefico. Nella musica dei Blackfield l'impronta wilsoniana è molto evidente, preponderante direi, ma, complice forse l'apporto dell'altra metà del duo, più cantautoriale, non presenta le spigolosità e la durezza degli ultimi lavori coi Porcupine Tree. È coinvolgente, avvolgente, dinamica, ma allo stesso tempo rilassante e distensiva.

La Paul Reed Smith e la voce di Wilson la fanno da padrone, ma il tessuto melodico dei brani è morbido e raffinato. In questo si vede forse maggiormente il contributo di Geffen, che a prima vista potrebbe sembrare di secondo piano.

Le voci dei due si integrano molto bene e, grazie anche a un registro molto simile, il loro alternarsi al microfono non produce alcun elemento di discontinuità.

In conclusione, consiglio vivamente l'ascolto dei due album di questo talentuoso duo (il secondo esce proprio oggi, se non erro), e se vi capita di vederli dal vivo, andateci. Ne vale la pena.

lunedì 26 febbraio 2007

Il dato è tratto /4

Quello appena trascorso è stato il quarto week end di sistemazioni pre-lavori in casa.

Il sabato mattina è stato quasi interamente dedicato alla riparazione della tapparella della cucina, che aveva visto bene di sganciarsi, privandoci del già pallido sole milanese.

Ancora una volta il prode Antoni si è prestato allo scopo e ci ha tolto dagli impacci.

Verso l'una abbiamo organizzato una doppia macchinata di strumenti da portare a casa di Efisia, dove abbiamo poi pranzato, onde metterli al riparo dalla polvere che certamente si scatenerà da qui a una decina di giorni.

Un buon 80% della mia strumentazione è ora in villeggiatura e la parte rimanente lo sarà dopo il concerto di venerdì.

Nel tardo pomeriggio, dopo aver liquidato il maialetto al forno con patate, spedizione al vicino Brico Center per comprare il materiale per l'impianto elettrico: tubi per le canaline, scatole da incasso e filo elettrico.

Terminato di svuotare gli scaffali del Brico, e non prima di aver fatto disperare un paio dei locali commessi, siamo tornati da Efisia, dove ci attendeva un quantitativo industriale di frittelle fatte in casa.

Affrontata strenuamente anche questa prova alimentare, ci siamo concessi un po' di riposo in vista del programma serale: un concerto dei Black Limousine, nei quali milita il prode Michele, in quel di Biassono.

Concerto spettacolare, nonostante qualche iniziale problema di volumi, dominato da uno scatenato frontman, estremamente esuberante e al limite del trash: camicia di paillettes rossa con tanto di panza pelosa facente capolino da sotto gli ultimi bottoni, vistosa stempiatura e movenze da Mick Jagger dei tempi d'oro. Un cocktail esplosivo.

Archiviato il sabato con una lunga dormita, protrattasi fino alla tarda mattinata di domenica, mi sono dedicato a sistemare un po' gli strumenti in vista della prove del pomeriggio. Un cambio corde con pulizia del manico alla Wolfgang e una controllata al resto della strumentazione.

A causa del blocco del traffico con pioggia a condimento, ho raggiunto la saletta grazie ad un passaggio, gentilmente offerto dall'Euro4-munita genitrice.

Le prove sono andate piuttosto bene, se non fosse che dopo un paio d'ore lo stadio finale della mia testata Engl ha deciso di passare a miglior vita. Spero si tratti solo di una valvola andata, ma in ogni caso dovrò andare a recuperare la testata Mesa, altrimenti venerdì non saprò con che suonare.

La serata si è conclusa all'Alcatraz, dove abbiamo assistito assieme ai Presidenti ed un'altra coppia di amici al concerto dei Blackfield, talmente bello da meritare un post tutto suo.

In sintesi, un week end duro, ma non di solo lavoro. Non certo il peggiore affrontato sinora.

mercoledì 21 febbraio 2007

Merda

Che altro dire?

Omaggio a Tolkien

A tutti i Milanesi appassionati di Tolkien segnalo questa manifestazione, denominata "Viaggio nella Terra di Mezzo", che si tiene oggi al Teatro dal Verme.

Tranne il concerto serale, l'evento è completamente gratuito ed aperto al pubblico a partire dalle 15.

Nell'articolo si parla anche del "Festival Tolkieniana Net", che si terrà dal 28 aprile al 1° maggio a Buccinasco e durante il quale, con ogni probabilità, suoneremo.

martedì 20 febbraio 2007

Hard disk fritti con patate

Chi come me, nel corso degli anni, avesse fritto ben più di un hard disk, potrebbe essere interessato a questo studio (segnalato su Punto Informatico), compiuto da coloro i quali al momento possiedono probabilmente il maggior numero di questi dispositivi sulla faccia del pianeta.

Visto quel che si dice della tecnologia S.M.A.R.T., a quanto pare ho fatto bene a disinstallare HDD Health.

lunedì 19 febbraio 2007

Il dado è tratto /3

Dopo una settimana di lavoro non particolarmente intensa, che ha anche riservato un'inaspettata trasferta di un giorno a Vienna (città che non avevo mai visto e che, dopo esserci stato per lavoro, posso ancora dire di non aver mai visto), è finalmente arrivato un altro week end di lavori forzati.

Il bilancio di sabato è stato la totale e definitiva sconfitta degli attrezzi. Il nemico è stato completamente sgominato e relegato all'interno della sua roccaforte metallica.

In serata, dopo un rapido sopralluogo al negozio di elettrodomestici (abbiamo deciso di mettere anche lo scaldabagno a gas), ci siamo premiati con un cenetta al ristorantino di fiducia vicino casa: svizzera di chianina con patate al forno, birretta e frutta cotta.

Il programma di domenica prevedeva la deportazione in soffitta di alcuni prigionieri di guerra (scatole di cavi selezionati e un accessorio per trapano), oltre ad una visita all'amata ricicleria per smaltire ciarpame vario.

È finita che ci siamo fatti prendere la mano sul fronte soffitta e ne abbiamo cominciato lo sgombero. Risultato: due ore di dust diving con conseguente accumulo di un paio di metri cubi di paccottiglia varia, prontamente caricata in macchina e stoccata in ricicleria durante l'ora successiva.

Dopo la nostra audace incursione, la soffitta non solo risulta accessibile, ma offre addirittura un abbondante metro quadro di superficie calpestabile. Cose mai viste.

Un rapido pasto semipomeridiano con conseguente pisolino ristoratore ha fatto da preludio ad un ulteriore assalto alle mensole in sala. Un altro ripiano ha capitolato ed è stato ripulito dalla feccia informatica.

Certi della vittoria finale, ci apprestiamo ad affrontare un'altra settimana di tranquillo riposo lavorativo in attesa della prossima battaglia.

lunedì 12 febbraio 2007

Il dado è tratto /2

Il secondo week end di preparazione ai lavori è trascorso in maniera tutto sommato indolore.

Forse perché questa volta non è stato un impegno a tempo pieno, forse perché temprati dall'esperienza del week end precedente, stavolta ci è pesato un po' meno.

La sistemazione degli attrezzi è ben oltre i due terzi (quasi del tutto neutralizzati, dunque) e anche le mensole in sala hanno subito perdite notevoli.

Il contenuto dell'ultimo ripiano è stato praticamente sgominato, con sei faldoni su otto finiti direttamente nel riciclaggio carta.

Unico neo: i faldoni erano così impolverati che, a selezione ultimata, la Moratti ha imposto il blocco del traffico in salotto.

Le ultime roccaforti della fuffa rimangono i cassetti e l'armadietto di metallo, già parzialmente sgominato.

Nei prossimi due week end contiamo di portare l'assalto decisivo che ci darà la vittoria.

venerdì 9 febbraio 2007

Un'idea interessante

Due attori vogliono diventare autori e realizzare un film, ma è difficile reperire i fondi al di fuori dei circuiti tradizionali. Così provano a realizzare il loro progetto tramite Internet, facendolo finanziare dai suoi potenziali fruitori e offrendo loro la possibilità di partecipare attivamente ai lavori.

La cosa non è tanto interessante per il soggetto, che non sembra particolarmente originale, quanto per l'insolita modalità di produzione.

Magari l'iniziativa è destinata a naufragare, ma per gli amanti del cinema potrebbe essere un esperimento interessante.

Da tenere d'occhio.

lunedì 5 febbraio 2007

Il dado è tratto

Alla fine abbiamo deciso. Facciamo i lavori in casa.

Niente di drammatico, per carità, ma ci sarà comunque un bel da fare per un paio di mesi.

La tabella di marcia prevede:

  1. Sistemazione preparatoria

  2. Rifacimento impianto elettrico

  3. Imbiancatura

  4. Verniciatura infissi e balcone

  5. Cambio sanitari

  6. Qualche altro lavoretto

Il primo round si è consumato questo week end. Concordati date e costi con l'imbianchino (anche se chiamarlo così è riduttivo, visto che è un vero e proprio "tuttofare"), acquistati sanitari nuovi e sistemata buona parte della fuffa in salotto.

Inutile dire che siamo arrivati alla sera di domenica in condizioni a dir poco pietose.

Altri quattro week end così e saremo pronti per la fase due.

Sempre se sopravviviamo.

lunedì 29 gennaio 2007

Pandora reprise

Poco dopo il mio post su Pandora, è uscito questo articolo su La Repubblica. Simpatica coincidenza (dubito qualcuno della redazione legga questa blog).

Ora, vi prego, ditemi solo una cosa: come si fa ad essere assunti come sommelier per Pandora?

Diavolo, è il più bel lavoro del mondo!

giovedì 18 gennaio 2007

Il vaso di Pandora

Se non lo conoscete già, provatelo. Non dico altro.

Mi ringrazierete.

martedì 16 gennaio 2007

Soluzioni complicate per problemi semplici

Fortunatamente guardo poco la televisione, ma quando lo faccio c'è una cosa in particolare che mi infastidisce (a parte naturalmente l'idiozia di certi programmi): i notevoli sbalzi di volume, specie durante gli odiati spot pubblicitari.

Mai farsi cogliere impreparati dalla pubblicità.

Stai farcendo il tacchino ed hai le mani unte? Zac! Ecco lo spot a volume lancinante e nessuna possibilità di mettere mano al telecomando. Stai lavando i piatti ed hai le mani infilate nei guanti di gomma? Ecco che la gnocca di turno ti urla quanto sia intelligente ipotecare le chiappe per ottenere un prestito da una finanziaria e poter finalmente comprare una macchina che faccia verde di invidia il vicino.

[volume maggiorato on]
Bene, a quanto pare i tuoi problemi stanno per finire. Grazie a questa tecnologia!
[volume maggiorato off]

Non che ci sia niente di particolarmente nuovo, in verità. Sistemi che mantengano il volume di ascolto costante sono stati già da tempo implementati, internamente o come plug-in, in numerosi player software e certamente non sarebbe né difficile né particolarmente costoso dotare della medesima tecnologia, in hardware, i moderni televisori.

Tuttavia il problema è un altro. Perché diavolo le emittenti televisive si ostinano a utilizzare il bieco stratagemma di alzare il volume durante gli spot pubblicitari?
Sì, è vero, richiama l'attenzione, ma lo fa in modo a dir poco irritante e, almeno nel mio caso, costituisce un vero e proprio deterrente all'acquisto del prodotto di turno. Mi rompono l'anima? Io non lo compro (o smetto di comprarlo) per ritorsione. Occhio per occhio, dente per dente, pan per focaccia (del Mulino Bianco, mi raccomando).

L'estate scorsa il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, aveva sollevato il problema, presentando dati pesanti, che accusavano le emittenti pubbliche al pari di quelle private, ed esortando l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a prendere provvedimenti, stabilendo sanzioni "adeguate" per questo tipo di violazioni, cosa che sarebbe dovuta avvenire entro lo scorso settembre.

Non so se ciò sia avvenuto o meno, ma a giudicare dai risultati (nulli) si direbbe che la cosa abbia fatto la fine che spesso tocca ai buoni propositi: caduta nel dimenticatoio.

Eppure basterebbe un po' di fermezza, a cominciare dall'adeguatezza delle sanzioni. Multe salatissime (e non le solite ammendine da poche migliaia di euro, fastidiose per il bilancio delle grandi aziende quanto la puntura di una zanzara per un elefante) alle emittenti, e magari anche alle aziende produttrici, costituirebbero certamente un ottimo deterrente.

Nel frattempo, almeno fin quando non si farà qualcosa di serio per agire sulla causa, al povero consumatore non rimane che adottare meccanismi di difesa passiva.

Oltre naturalmente a tenere il telecomando sempre nella fondina.

Zap!

mercoledì 10 gennaio 2007

Si ricomincia

Questa sera, dopo quasi due mesi di totale inattività, finalmente proviamo. Spero di non essere troppo arrugginito.

In questi giorni ho operato dei tagli sostanziali alla strumentazione, vendendo un po' di tutto: una chitarra, una cassa artigianale, un preamplificatore, un finale, un multieffetto con relativa pedaliera, un emulatore e un pedale wah-wah.

Si tratta quasi esclusivamente di attrezzature che, per quanto di buona qualità, giacevano inutilizzate da troppo tempo e non facevano parte del mio setup abituale, ad eccezione del wah-wah, venduto in quanto sostituito con un modello superiore, e del multieffetto.

Quest'ultimo era il famoso Lexicon MPX-G2, che tanto avevo decantato proprio su queste pagine, ma che alla fine ho deciso di abbandonare tornando alla semplicità del fido Rocktron Intellifex, che uso da sempre.

In questo caso non si è trattato di una vendita, ma di uno scambio, grazie al quale ho anche conosciuto un simpatico ragazzo svizzero, figlio di immigrati italiani, che è venuto apposta dal cantone francese per fare l'affare.

Quel che mi ha portato è uno splendido preamplificatore Mesa Boogie Triaxis, prima serie, aggiornato all'ultima versione del firmware (la 2.0). Un vero gioiellino. Per quel poco che l'ho provato in casa, direi che è favoloso: praticamente racchiude in un'unità rack tutta la tavolozza dei suoni Mesa, di ieri e di oggi.

Quasi quasi, se riesco a preparare al volo qualche preset utilizzabile, stasera lo porto alle prove.

giovedì 4 gennaio 2007

Aria di montagna

Oggi, uscito dall'ufficio, ho annusato l'aria. E pareva proprio di essere in montagna.

Profumo d'erba bagnata dalla rugiada del mattino? No.

Odore di fiori di campo? No

Puzza di letame. E pure forte.

Bah, sarà passata una mandria di mucche, ho pensato.

Prendo il tram, arrivo alla fermata di casa, scendo. Stessa puzza di letame.

E il bello è che la dolce metà mi ha riferito di aver notato lo stesso simpatico olezzo anche a San Donato.

Non staremo mica per essere invasi da stormi di mucche aliene volanti?


Ah, dimenticavo.... Buon Anno!