giovedì 20 settembre 2007

Il buono e il cattivo esempio

A proposito delle recenti contestazioni, prontamente etichettate da stampa e politici, con intento più esorcistico che descrittivo, come "antipolitica", quel concentrato di verve del nostro Presidente del Consiglio dei (molti) Ministri ha dichiarato che la società italiana non è meglio della sua classe politica.

In sintesi: non vi lamentate, avete quello che vi meritate.

Ora, a prescindere dalla veridicità dell'affermazione (a mio avviso incontestabile, come dimostra, esempio a caso, l'allucinate diffusione dell'evasione fiscale), un'esponente della classe (o "casta", come viene più propriamente chiamata ultimamente) politica non può e non deve permettersi di proferirla.

Non sono lì solo per rappresentare, per governare, ma dovrebbero anche e soprattutto dare il buon esempio. (Ok, potete smettere di ridere. Per quanto d'obbligo, ho pur sempre usato il condizionale.)

Fare apertamente un'ammissione di questo tipo, da parte di una figura istituzionale così importante, non significa semplicemente aver preso atto del problema, bensì aver implicitamente rinunciato, non dico alla sua soluzione, quanto ad un pur minimo tentativo di cambiamento in positivo.

E questo è un cattivo esempio, se non il peggiore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Haime' caro Soloist, se penso alle battaglie che ho fatto ancora su ErreVu con il Presidente, nel dire che Prodi non era affatto un politico all'altezza di tale nome, e lui pure a scaldarsi per il tema della giustizia... Poveri noi!!!

Ciao
L'antico di passaggio