giovedì 14 giugno 2007

Finte ritorsioni per finti sgarri

Sensazionale! Il Vaticano taglia i fondi ad Amnesty International in quanto, a suo dire, l'organizzazione non governativa avrebbe assunto posizioni abortiste.

Il taglio è drastico e consiste nella cancellazione della totalità delle elargizioni a favore dell'associazione umanitaria.

Dunque... vediamo.... quanto fa il 100% di zero?

Va bene essere reazionari e medievalisti, ma sarebbe il caso di evitare di coprirsi di ridicolo.

mercoledì 6 giugno 2007

Gods of Metal 2007 (seconda parte)

Blind Guardian

Non sono un profondo conoscitore di questa band power metal tedesca, ma l'unico loro album che posseggo, Nightfall in Middle-Earth (ispirato al Silmarillion di J.R.R. Tolkien), non mi era dispiaciuto affatto.
Le uniche critiche che potrei fargli sono la qualità non proprio eccelsa del cantante, Hansi Kürsch, e la tendenza alla pallosità dopo un ascolto prolungato.

Blind GuardianDirei che entrambi i punti deboli sono stati confermati dalla loro esibizione live: Kürsch sugli acuti proprio non si può ascoltare (sembra che lo stiano strozzando) e i pezzi, per quanto gradevoli e ben suonati, dopo i primi trenta minuti cominciano a stufare.
Nel complesso è stato uno spettacolo comunque più che gradevole. Mi è piaciuto particolarmente il modo di suonare del chitarrista solista, André Olbrich, lontano dai funambolismi a cui ci hanno abituati certi smanettoni contemporanei, ma sempre preciso ed efficace. Un bel fraseggio senza inutili tecnicismi.

Terminato anche questo concerto, comincia l'attesa per uno dei main act della giornata.

Dream Theater

Che i Dream Theater fossero uno dei gruppi più attesi si sapeva, ma sinceramente non mi sarei aspettato una tale folla. Molta gente era venuta apposta per loro, pare, e a pochi minuti dall'inizio lo spazio antistante il palco si era talmente riempito da rendere assai difficile muoversi.

Il concerto inizia con l'intro, registrata, di Pull Me Under e subito parte l'ovazione del pubblico. La band attacca con l'ingresso della chitarra distorta ed esegue l'intero brano con la consueta maestria. Pubblico in delirio. Il vocalist James LaBrie ringrazia ed annuncia che, per celebrare l'imminente quindicesimo anniversario del loro album più famoso ed acclamato, Images and Words, lo eseguiranno per intero. Scatta l'euforia collettiva.
Io stesso devo dire di aver accolto la notizia con notevole entusiasmo. Adoro quell'album ed alcuni dei brani che lo compongono non li avevo mai sentiti dal vivo.

Dream TheaterSi prosegue dunque con Another Day, Take the Time, Surrounded (riarrangiata inserendo un estratto da Sugar Mice dei Marillion), Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper, Under a Glass Moon, Wait for Sleep, e Learning to Live, come da track list dell'album.
Come bis, per non scontentare gli appassionati del metallo più pesante, Home (tratta dall'album Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory) e As I Am (tratta da Train of Thought).

Nel complesso un'ottima prova, con un LaBrie abbastanza in forma, che non sfigura alle prese con brani di difficile esecuzione (che per un certo periodo gli avevano creato non pochi problemi dal vivo) ed un Myung forse un po' stanco (qualche errorino da parte sua, cosa piuttosto rara), ma dal gran suono.
Portnoy ha tirato qualche stecca, ma nel complesso si è comportato bene (però, per pietà, non fatelo cantare più! vi prego!), evitando di peccare eccessivamente di overplaying, e Rudess, che non amo particolarmente, è riuscito a non rovinare i pezzi con i soliti suonacci da fantascienza e i suoi inutili frullati di tasti.
Petrucci di un altro pianeta, come al solito, tra l'altro fotografatissimo e filmatissimo dai giovani appassionati delle sei corde presenti.

Un concerto da ricordare.

Heaven and Hell

Alcuni credo non lo sapessero (io stesso l'ho capito dopo aver deciso di andare al concerto), ma gli Heaven and Hell altro non sono che la seconda incarnazione dei Black Sabbath, quella degli album Heaven and Hell (appunto), The Mob Rules e Dehumanizer, con Tony Iommi alla chitarra, Geezer Butler al basso, Vinny Appice alla batteria (subentrato a Bill Ward dopo la registrazione di Heaven and Hell) ed il mitico Ronnie James Dio alla voce.

La preparazione della scenografia è stata laboriosa ed ha richiesto un po' più della mezz'ora prevista. Atmosfera abbastanza cimiteriale, con le casse di basso e chitarra, rispettivamente sulla sinistra e sulla destra del palco, collocate dietro puntuti cancelletti di metallo, un fondale in stile antico maniero e tre schermi sospesi, sui quali proiettare immagini, che a me sembravano rappresentare altrettante finestre dell'edificio retrostante, ma in cui altri hanno identificato delle lapidi.
Di certo di grande effetto.

Heaven & HellI quattro si sono dimostrati in grande forma, presentando unicamente brani tratti dai suddetti tre album ed offrendo uno spettacolo di notevole effetto, sia dal punto di vista sonoro che visivo.
Iommi roccioso come sempre e in questa occasione particolarmente preciso ed efficace. Appice potente ed energico, sia nei brani che nel lungo assolo di batteria centrale.
Butler compassato ma sempre presente a sostenere i pilastri ritmici della band.
Ma il vero protagonista è stato lui: Ronnie James Dio. Questo intramontabile sessantaseienne ha dimostrato di avere ancora energia da vendere, non solo dal punto di vista vocale, ed una statura sempre ben superiore a quella fisica. Non una stecca, non una sbavatura, ha accompagnato il pubblico attraverso l'intera esibizione con quel suo fare da gentleman del metal, al tempo stesso autorevole e cortese.

Una grande esibizione che, assieme alla precedente, bastava a giustificare il prezzo del biglietto. Certamente una degna conclusione per una bella maratona musicale.

lunedì 4 giugno 2007

Gods of Metal 2007 (prima parte)

Ieri mi sono uno tolto uno sfizio. Ho fatto qualcosa che non avevo mai fatto, neanche ai tempi del liceo. Sono andato ad un festival metal.

La seconda giornata del Gods of Metal 2007, all'Idroscalo di Milano, era troppo ghiotta per resistere alla tentazione.
Sono anche riuscito a convincere la dolce metà a venire con me (non è che abbia dovuto faticare in verità).
La scaletta della giornata era la seguente:

10.30 - 11.00   SINESTESIA
11.30 - 12.00 DGM
12.30 - 13.05 ANATHEMA
13.30 - 14.20 SYMPHONY X
14.45 - 15.35 DARK TRANQUILLITY
16.00 - 17.00 DIMMU BORGIR
17.30 - 18.50 BLIND GUARDIAN
19.20 - 20.50 DREAM THEATER
21.30 - 23.30 HEAVEN & HELL

Tralasciando i gruppi del mattino, abbiamo deciso di organizzarci per essere sul posto entro le 13:30, attrezzati per un pranzo al sacco.
Usciamo poco dopo mezzogiorno e mezzo e, dopo una breve sosta al supermercato per l'acquisto di pane e companatico, partiamo alla volta dell'Idroscalo.
Parcheggiamo nel primo posto utile (tristemente a pagamento, ma custodito) e costeggiamo a piedi l'Idroscalo fino all'ingresso dell'IdroPark, in prossimità del quale si tiene il festival.
Versiamo l'obolo alle casse (55 euro a cranio) e siamo dentro.

Le piogge del giorno prima hanno lasciato il segno e la quasi totalità dello spazio ospitante la manifestazione consiste in una palude fangosa, costellata di pozzanghere.
Cercando di non affondare nelle sabbie mobili, ci facciamo largo fino alla zona prospicente il palco principale, che è a dir poco enorme.
Il tempo di trovare un fazzoletto di fango un po' più solido e la musica (ri)comincia.

Symphony X

È solo per questo gruppo che ho deciso di muovermi presto, altrimenti sarei arrivato con comodo a metà pomeriggio, perciò avevo delle discrete aspettative.
Deluse.
Questo quintetto dedito al progressive metal ultratecnico, capeggiato dal chitarrista Michael Romeo e dal frontman Russel Allen, è stato fortemente penalizzato da un lavoro dei fonici a dir poco pietoso.
Symphony XL'acustica era pessima: suono di chitarra abominevole, totalmente "inscatolato", sbilanciato sulle basse ed inutilmente alto (e qui nessuno mi leva dalla testa che parte della colpa sia da imputare all'amplificazione digitale in emulazione che il buon Michael si ostina ad utilizzare), voce troppo "dietro" rispetto al mix, tastiere inudibili, basso eccessivamente saturo, batteria appena passabile.
Un vero disastro. Si percepiva un unico rimbombo di frequenze basse e anche i pezzi a me noti erano a malapena riconoscibili.
La band ha anche presentato un paio di brani tratti dal loro nuovo lavoro, Paradise Lost, di imminente uscita, sui quali non posso fare commenti, vista la situazione di ascolto proibitiva.
Un inizio decisamente non buono.

Finito lo strazio andiamo in cerca di un posticino dove sederci per mangiare i panini. Alla destra del palco principale c'è un altro piccolo palco, dove band minori si esibiscono nella mezz'ora di pausa tra un concerto e l'altro. Nulla di ascoltabile sembra provenire da quella parte, dunque ci avviamo verso uno spiazzo asfaltato poco distante e, trovata una seduta di fortuna in prossimità della recinzione, consumiamo dell'ottimo pane farcito di Emmentaler (qualcuno mi spieghi perché non si chiama più Emmental e se ci vuole o meno la "H") e prosciutto crudo.

Nel frattempo comincia a suonare il gruppo successivo.

Dark Tranquillity

Non conoscevo i Dark Tranquillity e, quando hanno iniziato a suonare, non mi sono subito avvicinato al palco. Dopo un paio di pezzi devo dire che mi hanno incuriosito, cosicché ho riguadagnato la mia posizione. Musicalmente non mi sono dispiaciuti affatto, anche se non amo quel modo di cantare (credo sia definito growl).
Dark TranquillityQuesta band death metal svedese di sei elementi tiene il palco egregiamente, con chitarre taglienti e precise, stemperate da piacevoli tessuti melodici di tastiere.
La resa acustica, decisamente buona, ha fugato ogni dubbio sulla bontà dell'impianto, confermando l'incapacità dei fonici con la band precedente.

Dimmu Borgir

Sui Dimmu Borgir non posso dire molto, dato che abbiamo passato la quasi totalità della loro esibizione all'esterno dell'area della manifestazione, passeggiando sul vialetto dell'IdroPark e abbioccandoci brevemente su una panchina.
Dimmu BorgirL'unico commento che posso fare è che sono veramente cattivi, molto cattivi, troppo cattivi, almeno per i miei gusti, a cominciare dall'aspetto. Facce coperte di cerone, trucco satanico, sguardo feroce e cantante con voce demoniaca (anche quando parla tra un pezzo e l'altro).
Probabilmente è proprio il black metal che non fa per me e questa band norvegese è uno degli esponenti di punta di questo genere.

Trascorsa un'altra mezz'ora di pausa, della quale approfittiamo per riposare le chiappe, ci prepariamo per un altro dei gruppi per me interessanti.

Continua...