martedì 29 novembre 2005

Harry Potter and the Goblet of Fire

Visto oggi in lingua originale all'orrido Cinema Silvio.

Decisamente carino e ben fatto. Rispetto al libro molti dettagli sono ovviamente trascurati, ma nel complesso la trama è resa piuttosto bene.

Gli unici temi ai quali mi sarebbe piaciuto fosse stato dato maggiore risalto sono la Quidditch World Cup, i tormentati sentimenti di Harry per Cho e le vicende della famiglia Crouch, risolti tutti in maniera piuttosto rapida. Ma sono conscio del fatto che non fossero irrinunciabili.

Unico appunto a caldo: il finale mi è sembrato decisamente troppo affrettato.

Non capisco il perché del PG 13. Forse perché ci scappano i morti? Risibile. L'episodio precedente mi era parso decisamente più cupo ed inquietante.

Penso che presto lo rivedrò in Italiano.

Consigliato.

lunedì 21 novembre 2005

Trasferte sofferte

Non solo ti mandano in trasferta, ma ti devi pure organizzare da solo e smazzarti tutta la burocrazia del caso.

Compila richieste online sulla intranet aziendale, richiedi la validazione al responsabile, specifica i voli, l'albergo, chiedi un anticipo (ché l'albergo te lo prenotano, ma non te lo pagano), aspetta i biglietti e spera che te li mandino in tempo.

Una volta c'erano esseri umani che si occupavano di queste cose, gente con cui potevi parlare, che ti dava una mano. Ora ci sono moduli, richieste e procedure idiote, pensate e realizzate da chi sa quale ditta di consulenza.

Il risultato è che, a due mesi dall'ultima trasferta, ancora non mi hanno rimborsato tutto quello che avevo speso. Si fanno anticipare i soldi dai dipendenti e poi glieli ridanno con calma. Con estrema calma. Manco fossi andato a divertirmi.

Parto mercoledì sera e solo stamattina ho compilato il ciarpame. Stando alla procedura non ho fatto la richiesta con l'anticipo previsto dalla circolare vattelapesca e la prenotazione non è garantita.

Bene. Facciano come gli pare. Se non prenotano non parto. Del resto cosa me ne frega? Anzi, se non dovessi partire sarei pure più contento. Almeno mi risparmierei le scartoffie e i rendiconti che mi aspettano al ritorno.

mercoledì 16 novembre 2005

Uso e abuso

Prima timida ammissione degli USA sull'uso del fosforo bianco come arma chimica a Falluja.

"L'abbiamo utilizzato come arma incendiaria contro combattenti nemici", ha dichiarato, rispondendo a una domanda, il tenente colonnello Barry Venable. "Il fosforo bianco è un'arma convenzionale, non è un'arma chimica. Non è illegale"

Giustificazione alquanto risibile, oltre che falsa. È legale come tracciante, non come arma, e sostenere che non sia un agente chimico vuol dire negare l'evidenza (ultimamente sport preferito della diplomazia statunitense).

Non sorprende il fatto che gli USA si oppongano strenuamente al riconoscimento di qualsiasi corte internazionale. Rischierebbero di sedere più spesso al banco degli imputati che a quello dei giudici.

Non si può svincolare la legalità di qualcosa dall'uso che se ne fa.

Anche l'acido muriatico è perfettamente legale: si usa per pulire i cessi. Non per questo è legale scioglierci dentro le persone.

martedì 15 novembre 2005

Cui prodest?

Si è tanto parlato della norma inserita, poi tolta, poi reinserita nella nuova Finanziaria, secondo la quale gli immobili di proprietà della Chiesa non saranno più soggetti ad ICI, anche se adibiti a fini commerciali.

Quello che però nessuno ha ancora spiegato o cercato di spiegare è il perché.

Non parlo dei motivi reali, ma della giustificazione ufficiale della cosa.

Per che diavolo (o per che santo), in un momento in cui si sta chiaramente raschiando il fondo del barile, dobbiamo fare regali di questa portata? Cui prodest?

mercoledì 9 novembre 2005

Le inchieste esistono ancora

Solo non viene dato loro il risalto che meritano.

Molto più importante disquisire di quanto gli Italiani siano educati o maleducati, di come si apparecchia la tavola, di unioni che finiscono in TV.

Chi ancora avesse voglia di annoiarsi con un po' di giornalismo di vecchio stampo può dare un'occhiata a questa inchiesta di RaiNews24.

Sempre che abbia lo stomaco abbastanza forte per farlo.

venerdì 4 novembre 2005

Il dilemma del cappuccino

Negli ultimi tempi sono state adottate svariate norme igieniche a tutela della salute. La più eclatante è stata certamente il divieto di fumo nei locali pubblici, ma ve ne sono altre che, pur se meno pubblicizzate, non hanno mancato di modificare sensibilmente le nostre abitudini.

Una in particolare ha colpito la mia attenzione: la sparizione della zuccheriera.

Questo oggetto, che prima troneggiava sui banconi di tutti i bar, a volte semplice ed elegante, a volte ingombrante e kitsch, altre volte hi-tech e dotato di complicati meccanismi di apertura/chiusura automatica, è definitivamente andato in pensione, sostituito da una il più delle volte anonima ciotolina, piena di bustine.

Certo le bustine sono più igieniche, sigillate una ad una, (ed evitano spiacevoli episodi come quello, realmente accaduto nel paese paterno, del sempliciotto che usa il cucchiaino di servizio per girare il caffè, lo lecca e lo rimette tranquillamente nella zuccheriera e che, alle rimostranze del barista, risponde candidamente: "e ce m'aggiu cacatu?!?"), ma portano il cliente a trovarsi in situazioni alquanto scomode.

La mia tipica colazione al bar si svolge come segue: entro, ordino il cappuccino, scelgo la brioche, la prendo con l'apposito fazzolettino di carta, attendo il cappuccino cominciando a mangiucchiare la brioche, arriva il cappuccino, lo zucchero, lo giro, lo bevo finendo di mangiucchiare la brioche, pago, saluto, esco.

L'avvento delle malefiche bustine ha turbato profondamente questa mia abitudine. Questo perché, mentre con la fida zuccheriera bastava una mano per zuccherare il cappucino, ora con le odiose bustine ne servono due ed io ho già in mano la brioche!

Si pone dunque un serio dilemma: come aprire l'insidiosa bustina?

  1. Con due mani, posando la brioche sul bancone (antigienico)

  2. Con due mani, tenendo la brioche in bocca (animalesco)

  3. Con due mani, a brioche finita e cappuccino freddo (insoddisfacente)

  4. Con i denti, sputacchiando i frammenti di carta (cafone)

  5. Con acrobazia, cercando di aprire la bustina con due mani reggendo contemporaneamente la brioche (pericoloso)

E non ditemi di aspettare il cappuccino prima di prendere la brioche. Piuttosto preferisco il pericolo.