Cronaca di una sfiga annunciata
Esco prima dall'ufficio, alle 13:48, e arrivo in saletta alle 14:15. Tutte le tastiere sono già in macchina. Carico anche la mia roba e, poco dopo le 15, partiamo.
Arriviamo poco dopo le 16, in tempo per effettuare il sound check, programmato per quell'ora. Non male, visto il traffico e i ben due restringimenti di carreggiata con conseguenti code.
Sono tutti in ritardo. Terribilmente in ritardo. Il palco è ancora spoglio. Scarichiamo e montiamo con estrema calma, dato che di fare il check in orario proprio non se ne parla.
Finito di montare comincia l'attesa. Altri fanno il check. Altri suonano (quasi nessuno come da programma). Si ammazza il tempo andandosene in giro per la città. Un'orrido gelato da McDonald's.
Il tempo, nonostante i foschi presagi dell'andata, regge molto bene, a parte un po' di freschino. Normale, in riva al lago. Specie al calar della sera.
Si fanno le 19:45 e possiamo fare il check. In tre (gli altri arriveranno un'ora dopo, a tragedia consumata). Quasi quattro ore di ritardo sul programma. Poco male.
Il check è rapido, dura al massimo un quarto d'ora. Nel frattempo arrivano anche i ragazzi che devono suonare prima di noi.
Tutto ok. Il sound è buono. Spengo. Metto le chitarre nella custodia. Sento una goccia.
Corri! Prendi i teli! Copri tutto! Occhio che si bagnano gli amplificatori! Sposta quelle aste! Ma porca...
Piove a dirotto.
Dopo una pizza (pessima), spiove. Arrivano anche gli altri.
Niente da fare: non si suona più. Smontiamo, carichiamo, torniamo, scarichiamo in saletta, andiamo a casa.
Ore 00:30. Buona notte.
1 commento:
E' triste
Cosi' triste
Mi viene da piangere
A dirotto.
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