Straordinario
Quasi tutti l'avranno notato già da tempo, ma i miei rapporti con il mezzo televisivo sono ormai troppo infrequenti perché ci facessi caso prima.
La parola più usata in assoluto, in qualsiasi trasmissione di intrattenimento o pseudo-tale, sembra essere straordinario.
Si assiste a quella che potrebbe essere ribattezzata la "Sindrome di Pippo Baudo": le cose definite straordinarie sono talmente numerose da far perdere significato al concetto stesso di straordinarietà.
È singolare notare come tutto questo sensazionalismo, tutto questo sbandierare per insoliti fatti e situazioni assolutamente normali, se non banali, faccia il paio con una programmazione che, per buona parte, è di livello piuttosto basso, quando non arriva al piattume devastante, con poche e rare eccezioni.
Non a caso negli ultimi anni la mia disaffezione verso la TV è arrivata a un punto tale che potrei tranquillamente buttarla via dall'oggi al domani, senza sentirne particolarmente la mancanza. Ed è un peccato.
Invece di sbandierare a tutti i costi lo straordinario, la televisione dovrebbe forse recuperare la capacità di raccontare anche l'ordinario, di creare spunti di riflessione e stimolare il senso critico.
Purtroppo a riguardo sono piuttosto pessimista e la strada imboccata sembra essere irrimediabilmente in discesa, sia per la rapidità con cui viene percorsa, sia per il livello che porta a raggiungere.
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