Il dado è tratto /3
Dopo una settimana di lavoro non particolarmente intensa, che ha anche riservato un'inaspettata trasferta di un giorno a Vienna (città che non avevo mai visto e che, dopo esserci stato per lavoro, posso ancora dire di non aver mai visto), è finalmente arrivato un altro week end di lavori forzati.
Il bilancio di sabato è stato la totale e definitiva sconfitta degli attrezzi. Il nemico è stato completamente sgominato e relegato all'interno della sua roccaforte metallica.
In serata, dopo un rapido sopralluogo al negozio di elettrodomestici (abbiamo deciso di mettere anche lo scaldabagno a gas), ci siamo premiati con un cenetta al ristorantino di fiducia vicino casa: svizzera di chianina con patate al forno, birretta e frutta cotta.
Il programma di domenica prevedeva la deportazione in soffitta di alcuni prigionieri di guerra (scatole di cavi selezionati e un accessorio per trapano), oltre ad una visita all'amata ricicleria per smaltire ciarpame vario.
È finita che ci siamo fatti prendere la mano sul fronte soffitta e ne abbiamo cominciato lo sgombero. Risultato: due ore di dust diving con conseguente accumulo di un paio di metri cubi di paccottiglia varia, prontamente caricata in macchina e stoccata in ricicleria durante l'ora successiva.
Dopo la nostra audace incursione, la soffitta non solo risulta accessibile, ma offre addirittura un abbondante metro quadro di superficie calpestabile. Cose mai viste.
Un rapido pasto semipomeridiano con conseguente pisolino ristoratore ha fatto da preludio ad un ulteriore assalto alle mensole in sala. Un altro ripiano ha capitolato ed è stato ripulito dalla feccia informatica.
Certi della vittoria finale, ci apprestiamo ad affrontare un'altra settimana di tranquillo riposo lavorativo in attesa della prossima battaglia.
2 commenti:
Eh, i vantaggi di fare le cose in due...
Una storia appassionante, comunque! :D
Appassionante? Dall'esterno, forse.
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