Il corpo del mondo
Ho appena finito di leggere questo libro di Massimo Marcotullio, che avevo acquistato due o tre settimane fa alla Libreria del Giallo, in occasione della sua presentazione ad opera dell'autore e di Gianni Biondillo (che non l'aveva letto e l'ha detto).
Come noto non sono un bravo recensore, ma provo lo stesso a buttar giù rapidamente le mie impressioni.
Il libro è scritto molto bene, con uno stile diretto e scorrevole, e la lettura è stata alquanto piacevole, grazie anche alla struttura fatta di molti capitoli brevi che, da bravo lettore serale nonché orizzontale, mi è particolarmente congeniale.
Si tratta di un giallo molto avvincente, ambientato quasi interamente in riva al Po, tra barconi, manovali, discariche, mafiosi, birre in lattina, ex-guerriglieri ed ex-combattenti, costruttori senza scrupoli, ambientalisti, psicopatici e chi più ne ha più ne metta.
Il protagonista, l'investigatore privato Beo Fulminazzi, è dichiaratamente un Philip Marlowe nostrano, giusto un po' più scanzonato ed autoironico, come dichiarata è la volontà dell'autore di fare un parallelo tra il Mississippi e il Po, utilizzando il blues come trait d'union.
La storia non è del tutto verosimile, ma forse è anche questo che la rende particolarmente intrigante e piacevole alla lettura, con quell'atmosfera a metà tra il giallo e il fumetto.
Chi fosse interessato può leggere qui una recensione di Carlo Oliva, sempre che non sia infastidito da qualche esplicito riferimento alla trama qua e là (che io ho cercato accuratamente di evitare).
Buona lettura.
P.S.: credo che al più presto leggerò anche il precedente libro di Marcotullio, avente il medesimo protagonista. Sembra interessante.
2 commenti:
Non mi sembra cosi' pessima come recensione. Farne qualcuna per il leggio? ;-)
Boh, è che non ne scrivo molto spesso.
Se davvero non fa così schifo potrei metterci questa.
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