Grazie Stef
Ieri sera sono andato con Michele ad assistere ad un clinic (li chiamano così, bah) di Stef Burns, noto al pubblico italiano per essere da diversi anni chitarrista di Vasco Rossi.
Premetto che non sono un fan di Vasco e che di Vasco ieri sera si è parlato relativamente poco.
Tra l'altro, per chi non lo sapesse, Stef è anche l'attuale chitarrista di Huey Lewis and the News e in passato ha suonato con gente del calibro di Alice Cooper (in Hey Stoopid! e The Last Temptation) e Prince.
L'incontro (chiamarlo clinic proprio non mi piace) era gratuito per gli iscritti all'associazione Backline, che fa capo al noto negozio milanese di strumenti musicali Lucky Music e organizza diversi eventi di questo tipo durante l'anno.
Stef, del quale prima di ieri sapevo veramente poco, si è rivelato persona estremamente brillante, simpatica e disponibile, con uno spiccatto senso dell'umorismo. Non a caso lui stesso si definisce ironicamente un frustrated comedian.
Ha eseguito diversi brani, suonando su delle basi tratte dai suoi due lavori solisti, Swamp Tea (1999) e Bayshore Road (2005), quest'ultimo realizzato assieme al chitarrista fingerstyle Peppino D'Agostino per la Favored Nations, l'etichetta fondata da Steve Vai.
Tra un brano e l'altro si è intrattenuto con i presenti, circa 150 persone, rispondendo a domande, ponendosene da solo quando nessuno gliene faceva e a volte interrogando egli stesso il pubblico. Un vero istrione.
Le sue risposte sono sempre state molto divertenti e ironiche, rendendo l'immagine di uno che non ama prendersi troppo sul serio. Qualcuno ad esempio gli ha chiesto che tipo di esercizi fa per tenersi in allenamento e con che frequenza. Ha risposto che non ne fa, non più. Si limita a provare quando c'è qualcosa da provare, come quando suo figlio gli chiede "Dad! Dad! Play me that Green Day song!" e lui gliela suona ad orecchio (come ha fatto sul momento anche per noi). Infine ha commentato "ma forse avrei dovuto dire bugia... Tutti i giorni! Tre ore!".
Stef parla un più che discreto italiano, con uno spiccato accento californiano (è nato ad Oakland) che lo rende ancor più simpatico.
Verso la fine, stuzzicato dalla richiesta di uno spettatore, si è anche cimentato nel canto, eseguendo alcuni brani accompagnato unicamente dalla sua chitarra. Tra essi Power of Soul e Little Wing di Jimi Hendrix e Solitary Man di Neil Diamond, quest'ultima preceduta, nell'ilarità generale, dalla sua versione italiana resa famosa nel 1966 da Gianni Morandi: Se Perdo Anche Te.
Al termine della serata, quando tutti facevano la fila per scambiare due chiacchiere, farsi una foto con lui o chiedere un autografo, l'ho avvicinato anch'io e l'ho ringraziato, cogliendo l'occasione per regalargli una copia del nostro CD. Chi sa che non lo ascolti...
Riassumendo in poche parole: bei momenti in musica, non solo suonata.
Grazie Stef.
5 commenti:
Ma guarda un po' chi si vede... se non ti incontro alle fermate del tram o a casa Vanamonde ci si vede almeno sul web!
Venendo al tuo ultimo post, bellissima descrizione dell'evento, peccato non esserci. Ah, saperlo... ^_-
Se il 3 non arrivasse sempre prima del 12 e del 14 avremmo potuto chiacchierare un po'...
Per quanto riguarda l'evento, se interessa dispongo di ampia documentazione audio/video.
Interessa, e come no?! Troveremo il modo. Intanto grazie! :)
Bel resoconto!
Ah, ti ho linkato :)
(su Splinder, intendo)
cia'
Ricambio subito. :)
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