lunedì 3 ottobre 2005

London memories

Un piccolo riassunto della mia ultima trasferta a Londra.

Partenza da Milano martedì pomeriggio, direttamente dall'ufficio, verso le 15:30. I commessi fanno casino e chiamano un taxi solo. Ovviamente non sono tra quelli che lo prendono e riesco a fermarne un altro solo una quindicina di minuti più tardi.

C'è la settimana della moda (da qui la difficoltà a trovare il taxi) e il tassista, per evitare il traffico, sceglie delle strade alternative quantomeno discutibili. Imbottigliati per più di mezz'ora. Bravo.

Arriviamo in aeroporto ancora in tempo per il check-in, ma discretamente trafelati, mentre chi ci ha preceduto l'ha già effettuato e sta gustando un caffè in tutta calma. Infami.

In seguito alle ultime disposizioni aziendali viaggiamo in economy anziché in business e ci sciroppiamo una discreta coda. Del resto di questi tempi bisogna tirare la cinghia.

Da qui in poi tutto fila liscio fino a Londra, dove arriviamo in serata.

L'albergo non è affatto male (e ci mancherebbe, per 150 sterline a notte), nonostante la vicinanza di Scotland Yard e Downing Street.

La serata non può che chiudersi all'insegna di una buona mangiata, che si tiene, su consiglio del consierge, presso un ottimo ristorante argentino a Soho. Il paradiso del carnivoro.

Smaltita la cena, si torna subito in albergo, ché la giornata seguente si prospetta pesante.

L'indomani inizia con una rapida colazione (rigorosamente non in albergo) e prosegue con una serie di riunioni di lavoro, interrotte solo da un fish & chips volante, i cui postumi si protrarranno fino a sera. Beware english food.

Al termine della giornata di lavoro andiamo a mangiare in un ristorante della City. Non abbiamo prenotato ("ma come? di mercoledì?!?") e ci tocca aspettare, ma la cameriera all'ingresso è gentile (e italiana), così decidiamo di restare. Il cibo è discreto, anche se non giustifica il costo (ma questo è vero per la maggior parte dei ristoranti londinesi, temo) e la serata scorre piacevole, nonostante il continuo parlare di lavoro della boss. Unica nota dolente: continuano a riempirti il bicchiere ogni volta che lo svuoti, cosa che odio. Ma che diavolo! E se non ne voglio più?!? Con questo sistema idiota sprechiamo un bicchiere dell'ottimo (e caro) vino ordinato, in quanto versato alla boss, che è già abbastanza sbronza anche quando non beve.

Il giorno seguente, dopo un'altra rapida colazione, visita ad un potenziale fornitore. Giornata di una noia mortale, interrotta solo dal pranzo in un ristorante francese molto carino. L'anatra è squisita (forse complice l'effetto scrocco, dato che pagava il fornitore).

Dopo la sessione del pomeriggio ci infiliamo in un taxi, all'interno del quale subiamo inermi i torrenti di parole della boss, che continuano a scorrere anche al gate, in attesa di imbarcarci.

Durante il viaggio i torrenti sono stranamente in secca, forse grazie alle notevoli turbolenze che tengono la boss intenta a pregare.

Atterrati sani e salvi, con un atterraggio ben migliore di quanto non facesse presagire il decollo, ci infiliamo in un taxi e torniamo a casa.

Trasferta discreta. Lavorato tanto, ma mangiato bene. Ripetibile.

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