mercoledì 20 settembre 2006

Biondillite

Premessa
Sono più di due settimane che ho in draft questo post e non riesco mai a trovare il tempo di finirlo. Forse oggi è la volta buona.


Circa un mese fa ho finito di leggere il primo libro di Gianni Biondillo, "Per cosa si uccide", e subito ho pensato di scrivere le mie impressioni. Tuttavia, neanche posato il libro, mi sono ritrovato in mano il secondo, "Con la morte nel cuore", e ho cominciato a divorarlo, preso da quella che ormai è diventata una vera e propria sindrome: la biondillite.

Ora che entrambi i libri sono andati ad ingrossare la pila dei volumi letti (peraltro sempre più bassa di quella dei volumi da leggere), mi lancio in qualche commento, come sempre ben lungi dall'essere una vera e propria recensione.

Si tratta di due gialli (ma ciò è assolutamente secondario), che vedono come protagonista l'ispettore Michele Ferrari, pardon... Ferraro, assieme ai suoi colleghi del commissariato di Quarto Oggiaro, quartiere di Milano dove vive ed è cresciuto.

Più che la trama in sé, pur ben costruita ed avvincente, ciò che maggiormente mi ha affascinato in questi libri è la caratterizzazione dei personaggi.

L'abilità dell'autore nel rendere sensazioni, stati d'animo e pensieri del protagonista è tale che spesso mi sono ritrovato ad appasionarmi, non tanto alle situazioni, quanto al modo in cui il nostro "eroe" le affronta, con le sue gioie e le sue paure, il suo impeto e le sue insicurezze.

Michele Ferraro è uno di noi e, in più di un passo, confesso di essermici immedesimato. Tra l'altro abbiamo una importante caratteristica in comune... (no, non faccio il poliziotto).

Anche i personaggi comprimari e secondari sono molto ben costruiti. Il Sovrintendente Comaschi, col suo spiccato senso dell'umorismo tipicamente milanese, l'Ispettore Capo Lanza, un incrocio tra il Tenente Colombo e Spock, Mimmo O'Animalo e tutti gli altri, pur avendo tratti spesso surreali o caricaturali, allo stesso tempo sono tremendamente "veri".

Aggiungiamo che tutti questi personaggi si muovono nella mia città, con frequenti riferimeti ai luoghi di cui è fatta la mia quotidianità, e la ricetta della sindrome è completa.

Volendo descrivere la biondillite potrei usare una proporzione. ll libri di Biondillo stanno alla lettura come una cena di Marco e Silvia sta alla cucina: è tutto così gustoso che non vedi l'ora di assaggiare la pietanza successiva.

Non a caso mi sono appena buttato sul terzo libro dello stesso autore: "Per sempre giovane".
Penso che presto ne scriverò e, a giudicare da quanto ho letto sino ad ora, ne scriverò bene.

Conclusione
Puff puff, pant pant... Ce l'ho fatta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che ti posso dire?
Grazie: Per la lettura e per la fiducia!

ciao, G.B.

Soloist ha detto...

Fiducia pienamente ripagata, direi. ;-)