Ora che è passata una settimana dal voto, anche se il carosello non è ancora finito, posso fare qualche commento a freddo.
Anzitutto vale la pena ricordare quanto queste siano state le elezioni dei paradossi e quanto entrambe le parti si siano coperte e si stiano coprendo di ridicolo.
D'Alema comincia ad esultare ai primi exit-poll, salvo poi doversi estremamente ridimensionare man mano che l'esito dello spoglio si fa più incerto.
Prodi invita a una grande festa di piazza il lunedì sera, senza aspettare il giorno successivo, come avrebbe voluto il buon senso, e si trova costretto ad aspettare fino alle tre di notte, per stappare una bottiglia di moscato con quattro sostenitori rincoglioniti e assonnati.
L'unico politico che saggiamente si rifiuta di fare commenti prima dei risultati definitivi è Matteo Salvini della Lega Nord (e questo è senza dubbio il paradosso più grande).
Il centrosinistra critica fortemente (e giustamente) la legge elettorale porcata voluta dal centrodestra, e poi vince anche grazie a quella.
Il firmatario della suddetta legge contesta il risultato sulla base di una norma fantasma della legge stessa, dimostrando di non averla riletta, di non averla scritta, di essere pesantemente in malafede o, ancora una volta, di non brillare per acume (ma il discreto seguito avuto dalla sua obbiezione dimostra che, in tal caso, sarebbe in nutrita compagnìa).
Il centrodestra perde anche a causa del voto degli italiani all'estero, fortemente voluto da Tremaglia, che non trova di meglio che definirlo irregolare e chiedere di ripeterlo.
Berlusconi propone una grande coalizione con quelli che fino a qualche giorno prima definiva bollitori di bambini e coglioni, senza per questo smettere di accusarli di brogli e riconoscere finalmente la sconfitta.
Il centrodestra continua a sottolineare come abbia preso più voti nelle regioni più produttive, senza che nessuno nel centrosinistra gli ricordi che il voto di ciascun italiano ha lo stesso peso, a prescindere da quanto "produce".
Il centrosinistra accusa il centrodestra di non saper perdere, ma nel frattempo fa di tutto per dimostrare di non saper vincere.
Sicuramente ho dimenticato qualcosa, ma il campionario mi sembra già sufficientemente esaustivo.
Ora manca solo la Moratti sindaco di Milano e questo avrà assunto definitivamente tutte le caratteristiche dell'anno di merda.